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31 mag 2012

Stresa: Villa Palazzola a rischio pignoramento. Il progetto è costato 160 mila euro ma la Fondazione ha le casse vuote

La Villa Palazzola rischia di essere pignorata. Il complesso immobiliare è di proprietà dell’omonima fondazione costituita dalla Regione e dal Comune di Stresa. Lo studio d’architettura Libidarch di Torino, che si era aggiudicato l’appalto e aveva progettato il restauro della Palazzola, ha fatto notificare alla Fondazione un decreto ingiuntivo per ottenere il saldo delle parcelle pari a 160 mila euro. Ma la Fondazione di Villa Palazzola non ha neppure un centesimo in cassa per

liquidare i progettisti.

 Al momento della costituzione, nel 2004, con un accordo di programma il Comune aveva assegnato alla Fondazione l’immobile e la Regione Piemonte si era impegnata a stanziare il controvalore di 5 milioni di euro per finanziare il recupero e la trasformazione del prestigioso compendio in un centro espositivo per mostre d’arte. Ma dal 2004 al 2012 i cinque milioni di euro promessi non sono mai arrivati nelle casse della Fondazione Palazzola, così come mancano all’appello anche i fondi di cui era stato annunciato in una fase successiva lo stanziamento per finanziare la progettazione. 

 «C’è un accordo di programma che va rispettato commenta il sindaco di Stresa Canio Di Milia - la fondazione rischia di trovarsi a pagare anche pesanti spese legali». La Fondazione è diventata nel frattempo non operativa, a causa del ritardo della nomina dei due consiglieri in quota alla Regione.

 «Mi sono attivato subito e ho discusso con l’assessore al turismo Alberto Cirio la questione - spiega il presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo - chi ha lavorato è giusto che venga pagato e la Regione, se ha delle responsabilità, onererà gli impegni». E aggiunge: «Il progetto di recupero di Villa Palazzola deve rimanere vivo, si tratta di un’opera importante per Stresa e tutto il lago, credo però che in questo momento ci sia la necessità di dare priorità all’assistenza sociale, alla sanità e al lavoro, sarà necessario spostarlo avanti nel tempo».
( Di Luca Gemelli su La Stampa)

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