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12 gen 2010

Pescatori esasperati dai cormorani. La Provincia: spariamo


Abbattere i cormorani per difendere i pesci. Sembra il solo modo per combattere e contrastare la nutrita colonia di uccelli che quotidianamente sorvola fiumi, torrenti e laghi, facendo razzia di pesci. Una «guerra» dichiarata da anni e mai iniziata. Adesso però la Provincia ha accolto, senza esitare, le richieste dei pescatori.
«I cormorani sono una sciagura per la fauna ittica» dice l’assessore alla pesca, Alberto Preioni. La decisione politica è stata presa, si attende il via dei consulenti tecnici. «Stiamo aspettando la riposta dell’Istituto di fauna selvatica di Bologna, quindi interverremo con le guardie venatorie volontarie» ha annunciato Preioni nel corso dell’annuale assemblea dei pescatori a Villadossola. Spiega che il parere degli esperti «è vincolante, lo impone la legge regionale. Vincolo che non esiste in altre regioni dove si procede comunque all’abbattimento».
Le difficoltà operative non sono poche. Sparare non sarà facile: molti corsi d’acqua, fiume Toce compreso, sono vicini alla superstrada e ai centri abitati. Per alcuni pescatori questa soluzione non basta: «Da anni raccogliamo solo promesse senza vedere risultati. Sarebbe meglio fare come in Olanda dove distruggono i nidi». Ma il cormorano è una specie protetta. «C’è la forte volontà nella Provincia di arrivare all’abbattimento di 70 cormorani, pari al 10% di quanti ne sono stati censiti» rimarca Ivan Bignami, presidente della federazione provinciale della pesca affiliata alla Fipsas
Il malumore per l’assenza di drastici interventi è palpabile tra i pescatori. «Gli assessori in Provincia passano ma i problemi restano - aggiunge Gian Mauro Bertoia, consigliere provinciale della Fipsas -. Seminiamo un milione di avannotti l’anno solo per ingrassare aironi e cormorani. E’ una partita persa».
Anche tra gli ambientalisti e gli animalisti c’è chi è d’accordo con il ricorso alle armi. Italo Orsi, presidente di Italia Nostra, non ha dubbi: «E’ un’intrusione aliena. Nei fiumi sono sparite diverse specie autoctone di pesci, come la trota marmorata e lo scazzone». Contraria all’abbattimento, invece, è Legambiente. Dice Amelia Alberti: «Non è che i cormorani siano al centro dei nostri pensieri, ma gli esperti mi dicono che il numero degli uccelli è proporzionale alla quantità di pesce disponibile. Che vol dire che di pesce ce n’è. E non è vero siano uccelli ghiotti di pesce pregiato: mangiano di tutto senza distinzione. Dovremo cambiare il modo di ragionare anche perché nessuno pescatore vive del pescato. I poveri cormorani non gli portano via il cibo dal piatto».
(renato balducci La Stampa)

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