25 feb 2015
Terreni del Mottarone: L’affitto andava pagato. La famiglia Borromeo ha vinto il ricorso al Tar
Il Comune di Stresa condannato per l’occupazione illegittima di parte dei terreni della famiglia Borromeo in vetta al Mottarone, dove ci sono degli impianti sciistici sovente al centro di dibattito. E’ con questa sentenza che il Tar si è espresso dopo una lunga contesa - iniziata nel 2012 - che ha visto di fronte l’amministrazione comunale, la proprietà e la società S4, quella che gestisce gli impianti sciistici. E così un’altra tegola si abbatte sulle attività della vetta del Mottarone: con l’incognita del futuro dello sci, che si va ad aggiungere allo
stop della funivia di Stresa, bloccata perché necessita di lavori e in cerca di un gestore che finanzi anche la manutenzione.
Il pagamento interrotto
La contesa sui terreni iniziò nel 2009 quando, a seguito di una legge regionale che imponeva le servitù a favore degli impianti per lo sci, la S4 decise di sospendere il pagamento dell’affitto (circa 10 mila euro l’anno); poi - nel 2012 - il Comune di Stresa istituì sui terreni della contesa una servitù per area sciabile.
Lunga battaglia legale
Da lì partì una battaglia legale giocata su due fronti, quello della giustizia civile e quella amministrativa. Nel dicembre 2013, visti gli affitti non pagati, arrivò l’esecuzione delle sfratto nei confronti della S4 e la chiusura degli impianti sciistici del Mottarone. Pochi giorni dopo però i sigilli vennero tolti a seguito della ripresa di possesso delle aree contese da parte del Comune. L’amministrazione guidata dal sindaco Canio Di Milia aveva infatti confermato il decreto del 2012 con cui istituiva la servitù per circa 500 mila metri quadrati, ma lo sospendeva per le aree non interessate allo sci, garantendo anche ai Borromeo un’indennità provvisoria.
Ora però la sentenza del Tar ribalta tutta la vicenda, dichiarando illegittima la decisione del 2012 con cui veniva istituita la servitù e, a cascata, annullando tutti gli atti che sono venuti successivamente.
Saltato un passaggio
Il motivo? Secondo i giudici della seconda sezione del Tar «né Comune di Stresa, né la Regione avevano comunicato alla proprietà l’avvio del procedimento per l’apposizione di pubblica utilità o per la costituzione della servitù coattiva dell’area sciabile». Questo benché, come dicono i giudici nella sentenza «prima della dichiarazione di pubblica utilità va sempre garantita la formale comunicazione di avvio del procedimento e la possibilità di interloquire con l’amministrazione sulla localizzazione dell’opera e sull’apposizione del vincolo». E qui i giudici, se da un lato comprendono che le piste in vetta c’erano già e il Comune di Stresa aveva applicato una legge regionale, dall’altro ribadiscono che «era ben possibile che attraverso un contraddittorio col soggetto interessato si pervenisse a soluzioni consensuali».
Da calcolare l’indennizzo
Illegittimo l’atto del 2012, decadono tutti quelli successivi. Quindi la concessione a favore della S4 degli impianti Selvaspessa 1 e 2 e Nuovo baby e quella successiva perché «né l’amministrazione né la S4 potevano ancora vantare alcuna disponibilità giuridica delle aree». Il Tar ha infine accolto anche la richiesta di danni fatta dai Borromeo al Comune in quanto «l’illegittima occupazione delle aree protrattasi nell’assenza di un valido provvedimento di costituzione della servitù di area sciabile e causata dalla grave negligenza dell’amministrazione» ha determinato alla proprietà «una perdita economica». Un danno che per il Tar deve essere calcolato «prendendo come riferimento l’importo dell’indennità annuale di occupazione a carico della società S4».
(Di Luca Bilardo su La Stampa)
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