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20 ago 2013

Stresa: Senza futuro il deposito del Trenino chiuso da 50 anni

Da più di 50 anni, era 13 maggio 1963 giorno dell’ultima corsa del Trenino del Mottarone, non ospita più carrozze e motrici della storica ferrovia a cremagliera. Ora però rischia veramente di rimanere senza futuro. E’ il destino del deposito del Trenino del Mottarone in centro a Stresa, in via Carducci, che dopo essere stato usato come autorimessa per autobus e in parte anche come deposito dei mezzi dei vigili del fuoco, da anni è rimasto abbandonato a

se stesso. Per l’area, conosciuta come la Gabbiola, originariamente era stata prevista una destinazione residenziale e commerciale. Un progetto di massima era stato ideato anche dall’architetto ticinese Mario Botta, ma non se ne era mai fatto nulla.

In anni più recenti poi il Comune di Stresa, vista l’inerzia della proprietà, aveva messo gli occhi sull’area per realizzarvi un parcheggio multipiano centrale. L’ipotesi di un silos per auto in centro, però, sembra ora destinata a fallire ancora prima di essere avviata: «Abbiamo chiesto alla soprintendenza per i beni storici e architettonici - spiega il sindaco di Stresa Canio Di Milia - di indicarci la loro posizione sull’ex deposito del Trenino, l’organismo di tutela ci ha indicato la volontà di procedere con l’apposizione di un vincolo sull’edificio, a cui sarebbe legata una parte della storia di Stresa».  



L’annuncio dell’intenzione di vincolare l’area fa di fatto sfumare l’ipotesi del parcheggio, così come quella di realizzarvi un’area residenziale e commerciale, visto che il vincolo, tutelando l’edificio esistente, limiterebbe in maniera pesante anche la volumetria aggiuntiva. «Dovremo quindi pensare ad altre soluzioni - aggiunge il sindaco Di Milia - per aumentare la capacità di parcheggi per le auto. Per l’area Gabbiola ordineremo invece la messa in sicurezza dell’edificio, per il quale sono pervenute segnalazioni di pericoli di crolli da parte dei vicini». 

L’intervento della Soprintendenza non è il primo sul territorio stresiano, che nella parte sottostante la ferrovia è comunque sottoposto a tutela. Nel 2010 erano state dichiarate di interesse storico artistico due delle tre ville dell’area dove dovrebbe sorgere un nuovo albergo tra l’hotel La Palma e il grand hotel Borromees e più di recente la soprintendenza è intervenuta fermando l’iter per l’ampliamento dell’hotel Boston con il recupero dell’area dell’ex Cinema Italia, che avrebbe dovuto essere rimpiazzato da un nuovo edificio di cinque piani.
(Di Luca Gemelli su LA Stampa)

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