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17 lug 2013

Stresa: Scoppia la guerra dell’acqua. Il livello più alto del lago riduce le spiagge

Scoppia la guerra dell’acqua tra le località turistiche del Lago Maggiore e le pianure agricole piemontesi e lombarde. A dare il via al conflitto, le cui prime avvisaglie si erano avute già lo scorso anno, è stata la decisione del Consorzio del Ticino, che gestisce lo sbarramento della Miorina a Sesto Calende, di innalzare il livello massimo regolato del lago nel periodo estivo. Dal massimo previsto di 1 metro per il periodo estivo, è passato a 1,5 metri sopra lo

zero idrometrico, livello che garantisce l’erogazione alle utenze, agricoltura e centrali elettriche, delle portate richieste.

La decisione, adottata in via sperimentale per i prossimi tre anni e approvata da una conferenza di servizi presso l’Autorità di bacino del Po lo scorso settembre, è stata motivata con l’esigenza di prevenire il rischio di una crisi idrica.

Ma il livello del lago più alto rispetto alla media storica (attualmente circa 50 centimetri in più, ma nelle scorse settimane la differenza era stata molto più ampia) non piace alle località rivierasche del Lago Maggiore. «Un livello più alto del lago mette in crisi le stazioni di sollevamento idriche e della fognatura, in particolare sulle Isole Borromee - protesta il sindaco di Stresa Canio Di Milia -, ma gli effetti non si limitano a questo. Interessano anche gli attracchi per le imbarcazioni e gli interventi sulle sponde del lago, calcolati su un livello medio del lago più basso».

E aggiunge: «Se questo livello fosse mantenuto in via definitiva, grande sarebbe il danno anche economico perché le sponde necessiterebbero di interventi di adeguamento per cui mancano le risorse - precisa Di Milia -, per non parlare degli evidenti maggiori rischi di esondazione, avendo un lago mediamente più alto. Trovo sorprendente che i comuni rivieraschi non siano stati interpellati» conclude.

Ma ad alzare la voce non sono solo le pubbliche amministrazioni: a denunciare il rischio di danni sono anche gli operatori turistici. «Il turismo dovrebbe essere salvaguardato - dice Tranquillo Manoni, presidente della Faita Piemonte, l’associazione delle strutture ricettive all’aria aperta e titolare di due campeggi a Fondotoce -: il lago e le spiagge sono il nostro bene più prezioso e vengono invece ridotte dal livello più alto del lago. Turisti e famiglie vengono da noi per le spiagge e il lago, sempre preferiti alle piscine. Posso capire gli interessi dell’agricoltura e delle centrali elettriche - conclude Manoni - ma non quando vengono perseguiti a discapito del turismo».
(Di Luca Gemelli su LA Stampa)

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