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14 ago 2012

Stresa: Cavillo burocratico mette a rischio il porto turistico. Di Milia: "Se non partiremo entro l’anno potremmo rinunciare all’opera"

Il nuovo porto turistico di Stresa, i cui lavori iniziarono nel 2002 e furono poi sospesi per un imprevisto geologico nel 2005, rischia di non vedere mai la luce. «Avevamo affidato l’appalto per i lavori alla ditta Guerrini Spa di Torino, eravamo pronti a dare il via al cantiere subito dopo le ferie di agosto ma la Regione ci ha bloccato» dice il sindaco di Stresa Canio Di Milia. L’opera è finanziata dalla Regione, che

in varie tranche ha erogato al Comune di Stresa 5,3 milioni di euro per la costruzione del nuovo porto, a cui si aggiungevano 500 mila euro di fondi propri del Comune, prelevati dagli introiti per la tassa di soggiorno.

«Avevamo chiesto alla Regione di poter utilizzare per i lavori anche i 900 mila euro di ribasso d’asta sulle opere, ma per tutta risposta, dopo tante rassicurazioni verbali, gli uffici regionali ci hanno imposto di chiedere un parere all’Autorità per la vigilanza sugli appalti pubblici - spiega Di Milia - il rischio è ora semplicemente che questo parere arrivi così tardi da far slittare i lavori all’anno prossimo». Ma lo slittamento al 2013 dei lavori del porto rischia di far saltare in toto l’opera.

«Il patto di stabilità per i Comuni pone vincoli stringenti alle uscite spiega il sindaco - noi che pur abbiamo già in cassa i soldi non potremmo spendere in un solo colpo una somma così ingente senza sforare il patto, con conseguenze anche per i cittadini che potrebbero trovarsi a dovere pagare più tasse». 

Il parere che la Regione vuole che il Comune acquisisca riguarda la legittimità dell’incremento della spesa rispetto all’importo originario: in fase di progettazione esecutiva il costo del porto è lievitato di oltre il 20 per cento, il valore fissato dalla legge come massimo, fatti salvi i casi di «imprevisti imprevedibili». 

«Sono dispiaciuto per la città e per i cittadini - conclude Di Milia - pensavamo di poter avviare l’opera anche sulla scorta di un parere legale che ci conforta e poi è arrivato lo stop della Regione. Se non partiremo entro l’anno potremmo anche trovarci a dover decidere, contro la nostra volontà, di rinunciare all’opera».
(Di Luca Gemelli su La Stampa)

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