30 dic 2011
Stresa: Riapre il cantiere del nuovo porto turistico
E’ arrivato il momento della svolta per il porto turistico di Stresa, dove nei prossimi mesi dovrebbe riaprire il cantiere. I lavori, avviati una prima volta nel 2002, furono sospesi per una «sorpresa» geologica nel 2005, quando trovarono fondali di sabbia anziché roccia, e da allora attendono di riprendere. «La società appaltatrice, la Guerrini Spa, ci ha consegnato in questi giorni il progetto esecutivo - ha spiegato durante l’ultimo Consiglio comunale il sindaco Canio Di Milia l’amministrazione ha
La scelta di sottoporre il piano a esperti indipendenti è stata un passo quasi obbligato per il Comune di Stresa anche alla luce di quanto accaduto con il precedente progetto, approvato dall’amministrazione Calligarich, la cui esecuzione fu avviata dalla giunta Diverio e poi sospesa.
L’ultimo progetto esecutivo, redatto dalla ditta Guerrini di Torino, ha portato anche alcune sorprese per l’amministrazione: sono lievitati i costi, che dai 2,5 milioni di euro dell’aggiudicazione, arrivata tra l’altro al termine di una lunga battaglia legale tra ditte concorrenti, sono schizzati a 3,8 milioni di euro.
Il piano lavori presentato dalla società che si è aggiudicata l’appalto prevede la suddivisione in due lotti: il primo, di circa 3,2 milioni di euro, per la realizzazione della struttura, e il secondo, di 725 mila euro per la parte relativa al completamento, alle finiture e alle attrezzature accessorie.
«La società Guerrini ha riscontrato la necessità di realizzare una struttura portuale posando tra l’altro un numero maggiore di micropali - spiega il sindaco Di Milia - le somme relative al primo lotto sono già disponibili».
Per il secondo lotto andranno reperiti oltre 715 mila euro. Complessivamente, una volta completato, il porto dovrebbe costare intorno ai 6 milioni di euro, dei quali 5,3 erogati dalla Regione.
Critica sulla vicenda la minoranza consiliare: se ne fa portavoce il consigliere d’opposizione Piero Vallenzasca, che aveva chiesto un anno fa l’istituzione di una commissione comunale di inchiesta sul primo stop ai lavori nel 2005. «Abbiamo buttato nel lago 3 miliardi di lire per opere che andranno smantellate» ha protestato Vallenzasca.
(Di Luca Gemelli su La Stampa; foto La Stampa)
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