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14 set 2011

Mottarone: Sfratto alle piste da sci. Sigilli dell’ufficiale giudiziario agli impianti di risalita Baby e Selva

E’ a rischio la prossima stagione sciistica del Mottarone. Ieri, in esecuzione ad una sentenza di sfratto per morosità emessa dal Tribunale di Verbania nei confronti della società S4, che gestisce gli impianti di risalita, l’ufficiale giudiziario ha posto i sigilli sugli impianti del «Baby» e della «Selva», che in parte insistono su terreni di proprietà dell’Amministrazione Borromeo. Lo sfratto era arrivato dopo che la società S4 dei fratelli Sappa, invocando l’applicazione della

legge regionale 2 del 2009 sulle piste da sci, aveva sospeso a partire dal 2009 i pagamenti del canone di affitto all’Amministrazione Borromeo proprietaria delle aree, chiedendo, come previsto dalla legge regionale, la dichiarazione di servitù a fini sciistici sulle stesse. «Abbiamo fatto opposizione all’esecuzione dello sfratto – spiega Stefano Sappa, amministratore della S4 – e la nostra opposizione sarà discussa in udienza venerdì prossimo». «Abbiamo chiesto che ci sia comunque lasciata la possibilità di accedere agli impianti per procedere alle verifiche tecniche propedeutiche alla stagione, è evidente però che se non potessimo disporre del Baby e della Selva sarebbe impossibile aprire la stazione sciistica». Nel corso del 2011, intanto, il Comune di Stresa ha effettuato la delimitazione delle aree sciabili, propedeutica alla dichiarazione di servitù da parte della Regione Piemonte. Il vincolo richiesto dal Comune di Stresa è stato approvato dalla giunta del Piemonte ieri. Toccherà al giudice stabilire, come sostenuto dalla S4 e contestato invece dall’Amministrazione Borromeo, se la dichiarazione della servitù sia sufficiente ad evitare l’esecuzione lo sfratto. Sul Mottarone si è abbattuta intanto un’altra tegola: la pista dell’Alpe Corti è infatti arrivata al termine della sua vita tecnica. «Salvo miracoli dell’ultimo momento non sarà possibile aprire quell’impianto nel prossimo inverno – sottolinea Sappa purtroppo per una disposizione di legge per ottenere la proroga (come quella ottenuta dalla Funivia ndr) e poi procedere al rinnovo è necessario, trattandosi di un impianto costruito a suo tempo con contributi pubblici, dimostrare la volontà di un’ amministrazione pubblica di investire per il suo rinnovo a prescindere dalla nostra volontà e disponibilità». "Sappa: «Venerdì sarà discussa l’opposizione a questa sentenza, non vogliamo mollare»" (Di Luca Gemelli su La Stampa; foto La Stampa)

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