16 set 2010
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Procedura fallimentare - di Piero Vallenzasca Consigliere Comunale di opposizione gruppo lista Insieme!
Dopo aver aperto la crisi del “dopovuoto”, la piccola minoranza consiliare apre anche i libri contabili del governo Di Milia II per certificarne il loro stato e dichiararne, eventualmente, il fallimento. Programmi di governo su di una colonna e loro stato di avanzamento su di un’altra, si passano in rassegna ad uno ad uno, con la pazienza del
ragioniere, spuntando le voci e le cifre, annotando a piè di pagina e facendo i riporti sulle pagine seguenti . Vediamole:
1)La conclamata variante strutturale del piano regolatore:Prende avvio il 24 marzo del 2009, dopo 18 mesi, quasi tutto è da rifare, ma non per caso, ma per essersela cercata. Punto a capo dunque sotto la regia del Delegato di cui, ironia della sorte, il vecchio piano, che si vuol buttare, porta proprio la Sua firma.
Se non si fosse pretesa una risposta nel Consiglio del 24 dello scorso agosto, nessuno, o quasi, ancora lo saprebbe.
2) La Palazzola: Finiti i contenziosi tra i concorrenti nella gara di progetto, a sentir il Capo di governo pareva che, steso da li a poco quello esecutivo, mancasse poi solo l’appalto delle opere. Altro che solo l’appalto, mancavano anche i soldi, quasi 5 milioni di Euro spariti, per ora, dal bilancio Regionale che li aveva destinati per lo scopo. Peccato perché, in questo caso, essendo la Fondazione a spenderli tutti si poteva, mentre il Comune ……. leggete e vedrete .
3) Il porto: mentre si attende, fra circa un mese, la decisione su chi sia il vincitore nella gara ed il Palazzo pregusta vedere la ripresa dei lavori, già dietro l’angolo compare una sorpresa amara. Qui la questione è un poco tecnica. Per patto di stabilità (così si chiama), questo Comune non può spender più di tanto all’anno. “Non lo rispetteremo il patto perché fare il porto è per noi troppo importante”, così diceva il Capo del governo il 23 di luglio nell’aula del Consiglio. Mai dichiarazione fu più infausta. Infatti il buon Tremonti, nella manovrina dell’estate, ci è andato giù pesante e a chi non rispetta il patto cosa succede: “di quanto sfori ti tolgo altrettanti soldi, non ti lascio assumere nessuno, non ti lascio indebitarti e dulcis in fundo, agli amministratori tolgo il 30% delle prebende”. In questo caso l’argomento finale potrebbe essere decisivo, ma scherzi a parte, la questione vale qualche milione di Euro in meno nel bilancio del Comune per forse un paio d’anni. Eppure quando i residenti, mezzi fantasma, sforarono anche quelli il tetto dei 5000, il nostro Capo di governo brindò di gioia, ma sotto i 5000 non c’è alcun patto da rispettare.
Come vedete non c’è da stare allegri. Attendiamo comunque smentite.
Dopo aver aperto la crisi del “dopovuoto”, la piccola minoranza consiliare apre anche i libri contabili del governo Di Milia II per certificarne il loro stato e dichiararne, eventualmente, il fallimento. Programmi di governo su di una colonna e loro stato di avanzamento su di un’altra, si passano in rassegna ad uno ad uno, con la pazienza del
ragioniere, spuntando le voci e le cifre, annotando a piè di pagina e facendo i riporti sulle pagine seguenti . Vediamole:
1)La conclamata variante strutturale del piano regolatore:Prende avvio il 24 marzo del 2009, dopo 18 mesi, quasi tutto è da rifare, ma non per caso, ma per essersela cercata. Punto a capo dunque sotto la regia del Delegato di cui, ironia della sorte, il vecchio piano, che si vuol buttare, porta proprio la Sua firma.
Se non si fosse pretesa una risposta nel Consiglio del 24 dello scorso agosto, nessuno, o quasi, ancora lo saprebbe.
2) La Palazzola: Finiti i contenziosi tra i concorrenti nella gara di progetto, a sentir il Capo di governo pareva che, steso da li a poco quello esecutivo, mancasse poi solo l’appalto delle opere. Altro che solo l’appalto, mancavano anche i soldi, quasi 5 milioni di Euro spariti, per ora, dal bilancio Regionale che li aveva destinati per lo scopo. Peccato perché, in questo caso, essendo la Fondazione a spenderli tutti si poteva, mentre il Comune ……. leggete e vedrete .
3) Il porto: mentre si attende, fra circa un mese, la decisione su chi sia il vincitore nella gara ed il Palazzo pregusta vedere la ripresa dei lavori, già dietro l’angolo compare una sorpresa amara. Qui la questione è un poco tecnica. Per patto di stabilità (così si chiama), questo Comune non può spender più di tanto all’anno. “Non lo rispetteremo il patto perché fare il porto è per noi troppo importante”, così diceva il Capo del governo il 23 di luglio nell’aula del Consiglio. Mai dichiarazione fu più infausta. Infatti il buon Tremonti, nella manovrina dell’estate, ci è andato giù pesante e a chi non rispetta il patto cosa succede: “di quanto sfori ti tolgo altrettanti soldi, non ti lascio assumere nessuno, non ti lascio indebitarti e dulcis in fundo, agli amministratori tolgo il 30% delle prebende”. In questo caso l’argomento finale potrebbe essere decisivo, ma scherzi a parte, la questione vale qualche milione di Euro in meno nel bilancio del Comune per forse un paio d’anni. Eppure quando i residenti, mezzi fantasma, sforarono anche quelli il tetto dei 5000, il nostro Capo di governo brindò di gioia, ma sotto i 5000 non c’è alcun patto da rispettare.
Come vedete non c’è da stare allegri. Attendiamo comunque smentite.
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