14 set 2010
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Dopo sei mesi: Nulla - di Piero Vallenzasca Consigliere Comunale di opposizione gruppo lista Insieme!
Fra una quindicina di giorni, il governo Di Milia II compirà i suoi primi sei mesi: tanti auguri. Ne mancheranno ancora 54 alla fine, diventerà vecchio, ma i primi sei vengono dopo altri 60 mesi già trascorsi e il totale, seppur parziale, è alto. E’ rimasto in sella grazie ad una valanga di voti; ne bastava uno di differenza, il rischio era di guadagnarne qualcuno altro, ora c’è soltanto quello di perderli. Il cronista cerca materiale per un qualche preconsuntivo; legge gli o.d.g. delle cinque
assemblee del Consiglio, sfoglia l’albo Web del Comune e il blog del Capo di governo, ma non c’è materia d’interesse che venga dalla maggioranza; alla fine anche i numeri sembrano andare sotto nel confronto con gli o.d.g. che, invece, propone la minoranza, a dispetto del suo nome.
Forse quell’eccesso di voto, visto con il senno del dopo, non sembra aver giovato, sembra aver tolto molti stimoli, sembra che dopo la gran festa sia subentrato un eccesso di rilassamento di cui non se ne vede, per ora, la fine. E’ però vero che il capo del governo non da segni di cedimento, è tonico ed energetico, ma l’agenda del suo governo è vuota e quell’energia non sembra vada a parar da qualche parte. Ci ricorda, sempre, che è stato votato da una valanga che lo legittima; non sembra necessario che lo ricordi, piuttosto a noi sembra di suggerigli di non farsi travolgere da quella stessa valanga, dalla tentazione populista. Governi, questa è la mission: non eviti il confronto, non sfugga a chi lo incalza, dimostri di avere i numeri, quelli veri, cambi il passo. Il resto è il teatrino.
Fra una quindicina di giorni, il governo Di Milia II compirà i suoi primi sei mesi: tanti auguri. Ne mancheranno ancora 54 alla fine, diventerà vecchio, ma i primi sei vengono dopo altri 60 mesi già trascorsi e il totale, seppur parziale, è alto. E’ rimasto in sella grazie ad una valanga di voti; ne bastava uno di differenza, il rischio era di guadagnarne qualcuno altro, ora c’è soltanto quello di perderli. Il cronista cerca materiale per un qualche preconsuntivo; legge gli o.d.g. delle cinque
assemblee del Consiglio, sfoglia l’albo Web del Comune e il blog del Capo di governo, ma non c’è materia d’interesse che venga dalla maggioranza; alla fine anche i numeri sembrano andare sotto nel confronto con gli o.d.g. che, invece, propone la minoranza, a dispetto del suo nome.
Forse quell’eccesso di voto, visto con il senno del dopo, non sembra aver giovato, sembra aver tolto molti stimoli, sembra che dopo la gran festa sia subentrato un eccesso di rilassamento di cui non se ne vede, per ora, la fine. E’ però vero che il capo del governo non da segni di cedimento, è tonico ed energetico, ma l’agenda del suo governo è vuota e quell’energia non sembra vada a parar da qualche parte. Ci ricorda, sempre, che è stato votato da una valanga che lo legittima; non sembra necessario che lo ricordi, piuttosto a noi sembra di suggerigli di non farsi travolgere da quella stessa valanga, dalla tentazione populista. Governi, questa è la mission: non eviti il confronto, non sfugga a chi lo incalza, dimostri di avere i numeri, quelli veri, cambi il passo. Il resto è il teatrino.
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