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12 feb 2010

Associazioni contro l’impianto ipotizzato tra Vco e novarese

No all’installazione di termovalorizzatori nelle province di Verbania e Novara. E’ con questo scopo che il Coordinamento Libere Associazioni del Vco Arona Novara avvia sul territorio la campagna presentata al Centro San Francesco da alcuni promotori. «Non si deve cadere nell’inganno dei termovalorizzatori - sostiene Fabio Tomei del Coordinamento del l’Ambiente di Novara -. La definizione è impropria e strumentale, poiché altro non sono che inceneritori e come tali moltiplicatori di rifiuti, antieconomici e causa
di gravi danni alla salute per l’inquinamento prodotto».
Se questa è la valutazione a livello generale, si ritiene addirittura scellerato e paradossale che tali impianti vengano installati in province che con oltre il 70 per cento di raccolta differenziata sono ai vertici nazionali per il riciclo dei rifiuti. Al rifiuto degli inceneritori si accompagna una proposta alternativa: «La suggeriscono interesse comune e buonsenso - sostiene Enrica Carabelli dell’associazione Amici di Wilderness -. Intanto si può e si deve incrementare ulteriormente la raccolta differenziata portandola a superare l’80 per cento, quindi il rifiuto non riciclabile ancora rimanente non va bruciato, ma trattato a freddo». La soluzione del trattamento a freddo, utile proprio laddove si fa la raccolta differenziata spinta, viene definita non inquinante, nonché di realizzazione rapida e assai meno costosa dell’inceneritore. E il risultato è la produzione di materiale utile riciclato. Per sensibilizzare la popolazione sull’argomento, il coordinamento promuoverà dal mese di marzo una serie di incontri: i primi saranno a Verbania, Novara e Castelletto Ticino.
Intanto l’altra sera a Verbania tanta gente ha partecipato al Centro d’incontro di Sant’Anna alla presentazione del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti organici che sarà sperimentato per sei mesi in oltre 2000 famiglie nel popoloso quartiere. L’assessore all’ambiente Sergio Pella e il presidente del Cob Maurizio Oldrini hanno sottolineato praticità, igiene, economicità di questo metodo, ma sono state soprattutto spiegazioni e dimostrazioni pratiche di Corrado Giacomelli, che lo ha ideato, a suscitare l’interesse degli abitanti. «Da dieci anni - ha detto Giacomelli - questo sistema viene adottato in parecchie località del Trentino e di altre regioni. I risultati sono ottimi e nessuno si è mai lamentato».
Sitra è il nome della innovativa raccolta della frazione umida: una sigla che significa Sistema Integrato Trasformazione Rifiuto Aerobico, ma in realtà il procedimento non ha nulla di complicato. Si tratta anzi di una sorta di uovo di Colombo, poiché ogni utente viene dotato di un kit comprendente un trespolo in legno sul quale va sospeso un resistente sacchetto di carta a tenuta di liquidi, che resta aperto fino al riempimento.
Il risultato è garantito: niente più secchi di plastica da pulire, sporcizia, percolamenti, cattivi odori, poiché si favorisce la naturale evaporazione dell’acqua e la biodegradazione aerobica dei rifiuti. Per di più, essi si alleggeriscono e ciò comporta un risparmio del 20 per cento nello smaltimento. Completano il sistema cassonetti condominiali aerati basati sullo stesso principio, veri e propri «composter su ruote» in cui sono riposti i sacchetti di carta. Si è risposto a tutte le richieste dei presenti all’incontro: e stasera si replica dalle 20.30, sempre al Centro d’incontro dove dal 15 al 20 proseguirà pure la distribuzione dei kit.
(Di Sergio Ronchi su La Stampa)

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