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4 mag 2012

Stresa: Le piste del Mottarone non saranno sfrattate. I terreni restano privati ma vincolati allo sci

E’ scongiurato lo sfratto per le piste da sci del Mottarone: al termine di un procedimento durato un anno, il Comune di Stresa ha dichiarato «la costituzione di servitù coattiva» delle aree di proprietà privata, su cui sorgono gli impianti di risalita. Fuori dal burocratese, i terreni oggetto del provvedimento, pur rimanendo di proprietà dei privati, vengono vincolati a piste da sci e in luogo dell’affitto i

proprietari riceveranno un’indennità di esproprio.

A vedersi le aree vincolate sono quattro proprietari: la maggior parte dei terreni, quasi un milione di metri quadri, sono della famiglia Borromeo, titolare di 545 mila metri quadrati, e la società Aghe srl, con 462 mila metri quadrati. Tra i proprietari più piccoli, i cui terreni sono stati sottoposti a servitù, anche la parrocchia di Sant’Ambrogio di Stresa con 8 mila metri quadrati di piste nei pressi della Colonia Pizzini.

Dopo la tregua invernale, siglata grazie alla mediazione del sindaco di Stresa Canio Di Milia e il presidente della Provincia Massimo Nobili, tra i gestori degli impianti, la famiglia Sappa titolare della S4 da una parte, e la famiglia Borromeo proprietaria delle aree dall’altra, il 30 marzo era ripresa la vertenza legale nata dal mancato pagamento degli affitti da parte del gestore, che peraltro chiedeva l’applicazione della legge regionale, che istituiva le servitù a scopo sciistico. Alla S4 i Borromeo avevano notificato la richiesta di sgombero delle aree, il primo passo verso lo sfratto esecutivo.

«Occorreva garantire un futuro sciistico al Mottarone - spiega il sindaco Canio Di Milia - credo che con i decreti pubblicati anche sul bollettino regionale si possa affermare che la stazione sia orasalva. Stresa non poteva perdere una località come il Mottarone». E aggiunge: «Il rischio, senza i decreti, era che la procedura per lo sfratto arrivasse al termine fino allo sgombero forzoso».

Ai proprietari delle aree sottoposte a vincolo spetterà ora un indennizzo, la cui quantificazione è stata affidata dal Comune alla Commissione provinciale espropri. Contro l’apposizione del vincolo, non è escluso un ricorso al Tar dei proprietari.
(Di Luca Gemelli su La Stampa)

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