7 apr 2010
On Air: Le vostre lettere inviate a Stresa 2.0
Ite missa est di Piervalle
Con queste parole si concludeva la celebrazione della messa latina, ormai remoto ricordo dei non più giovanissimi. I tempi sono cambiati, i testi liturgici vennero tradotti in italiano, il modernismo vinse anche sulla Chiesa che, in altri tempi, si era opposta tanto tenacemente. Il rito attuale forse non piacerà, specie a chi ha conosciuto quello latino, ma in compenso vi è sempre qualche variazione. L’ultima: la domenica di Pasqua, quando sul pulpito della affollata parrocchia di Carciano durante la celebrazione, è salito il nostro rieletto Sindaco. Non sappiamo quale veste
indossasse: se la fascia tricolore a tracolla, o una tonaca da chierico, o fosse vestito semplicemente da laico. Ha salutato ed augurato a tutti la gioia pasquale non dimenticandosi di ringraziare per i voti ricevuti e ciò dietro lo sguardo, attento e benevolo, del celebrante che non ha poi mancato di ricordare come esistono i cattivi che, in questo caso , sono stati quelli che hanno perso le elezioni. “Beati gli ultimi”. Questa la cronaca , l’altra letta sulla Stampa di qualche giorno fa, ci racconta del Parroco di Veveri, popolosa frazione alle porte di Novara che, per nulla intimorito dall’autorità laica, ha pressoché mandato a quel paese il Sindaco Novarese Giordano, reo di aver violato, in tempo elettorale, il divieto curiale di non accedere, per fare “prediche”, ai luoghi della Chiesa. Sempre per la cronaca , il Sindaco, ora quasi assessore regionale, non ha mancato di presentare le proprie scuse. Probabilmente il divieto, terminato il periodo quaresimale, è caduto, non abbiamo ragione di dubitare. Rimane però un problema di opportunità vista la coincidenza tra la festa religiosa della resurrezione di Gesù Cristo e quella laica della vittoria elettorale. Forse insieme non ci stavano.
Con queste parole si concludeva la celebrazione della messa latina, ormai remoto ricordo dei non più giovanissimi. I tempi sono cambiati, i testi liturgici vennero tradotti in italiano, il modernismo vinse anche sulla Chiesa che, in altri tempi, si era opposta tanto tenacemente. Il rito attuale forse non piacerà, specie a chi ha conosciuto quello latino, ma in compenso vi è sempre qualche variazione. L’ultima: la domenica di Pasqua, quando sul pulpito della affollata parrocchia di Carciano durante la celebrazione, è salito il nostro rieletto Sindaco. Non sappiamo quale veste
indossasse: se la fascia tricolore a tracolla, o una tonaca da chierico, o fosse vestito semplicemente da laico. Ha salutato ed augurato a tutti la gioia pasquale non dimenticandosi di ringraziare per i voti ricevuti e ciò dietro lo sguardo, attento e benevolo, del celebrante che non ha poi mancato di ricordare come esistono i cattivi che, in questo caso , sono stati quelli che hanno perso le elezioni. “Beati gli ultimi”. Questa la cronaca , l’altra letta sulla Stampa di qualche giorno fa, ci racconta del Parroco di Veveri, popolosa frazione alle porte di Novara che, per nulla intimorito dall’autorità laica, ha pressoché mandato a quel paese il Sindaco Novarese Giordano, reo di aver violato, in tempo elettorale, il divieto curiale di non accedere, per fare “prediche”, ai luoghi della Chiesa. Sempre per la cronaca , il Sindaco, ora quasi assessore regionale, non ha mancato di presentare le proprie scuse. Probabilmente il divieto, terminato il periodo quaresimale, è caduto, non abbiamo ragione di dubitare. Rimane però un problema di opportunità vista la coincidenza tra la festa religiosa della resurrezione di Gesù Cristo e quella laica della vittoria elettorale. Forse insieme non ci stavano.
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