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15 gen 2010

Le oche di Stresa restano sul lungolago in “libertà vigilata”


Continueranno a passeggiare tranquille sul lungolago senza la minaccia di essere «deportate» le oche di Stresa, divenute negli ultimi mesi le beniamine di pensionati e bambini. Lo «sfratto», ventilato dalla polizia municipale, non ci sarà.
A dare rassicurazioni sul futuro dei tre uccelli è stato ieri mattina il sindaco di Stresa Canio Di Milia, che ha incontrato Beppe Zilli e Inge Diverio, in rappresentanza dei cittadini che si prendono cura dei tre animali palmipedi, inconfondibili per il loro andamento caracollante e un po’ goffo durante le passeggiate sulla terraferma.
Per i due rappresentanti è scattata da parte del sindaco la nomina informale e scherzosa sul campo a «Guardiani civici delle oche»: «i tre volatili rimangono al loro posto, d’altronde mai avevo dato disposizione contraria, è importante però che ricevano la giusta alimentazione».
Risolto, grazie ad un cavillo, anche il problema dell’ordinanza, che vieta di dare da mangiare ai piccioni e ad altri uccelli selvatici in alcune aree del lungolago tra cui quella del porto dove i tre bianchi uccelli preferiscono stazionare: «si tratta di tre oche domestiche e quindi tecnicamente il divieto per loro non vale, però ribadisco la raccomandazione di evitare di dar da mangiare ai piccioni nelle aree vietate» ha sottolineato il primo cittadino stresiano.
Un problema, quello dei piccioni, comunque già affrontato e risolto da Beppe Zilli, che per evitare l’assalto si reca a dar da mangiare alle tre oche all’imbrunire, quando i piccioni hanno ormai lasciato libero il campo.
L’ «accordo» tra amministrazione e gli amanti delle oche prevede anche l’ installazione a cura del Comune di cartelli multilingua, che invitano al rispetto degli animali, che vivono intorno al lago, mentre si vuol affidare ai bambini dell’asilo o delle scuole elementari la scelta del nome per i tre bianchi volatili. Facile ipotizzare, peraltro, che la combinazione più gettonata sarà un disneyano «Qui, Quo, Qua».
L’accordo informale raggiunto con i «guardiani delle oche» prevede anche l’ installazione di una piccola recinzione di protezione nell’aiuola circostante la statua della Sirenetta, così da evitare la frequentazione e il danneggiamento di quest’area verde da parte dei tre uccelli e dei cani.
(Luca Gemelli su La Stampa)

1 Commenti:

L.A.Casaroli ha detto...

Suvvia, siamo sinceri: sulle oche il sindaco ha fatto rapidamente marcia indietro: non riuscendo a cacciarle adesso le ama teneramente.
 
Per fermare i Galli di Brenno c' è voluto un intero Campidoglio di oche, per di più sacre e starnazzanti, ma erano altri tempi, altri luoghi e altri condottieri. Per fermare il Di Milia dovrebbero bastare le nostre tre ochette peripatetiche.

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