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12 giu 2013

Stato di crisi per il turismo. La richiesta anche dal Vco

E’ allarme occupazione per settore turistico: a segnalare lo stato di difficoltà in cui versa il comparto è Federalberghi, l’associazione nazionale degli albergatori, che attraverso il Bernabò Bocca ha annunciato la richiesta dello stato di crisi occupazionale. A pesare sul settore è la pesante contrazione del mercato interno, dovei turisti italiani nei primi cinque mesi fanno segnare un calo del 4,7 per cento rispetto al 2012, che già non era stato tra

i più brillanti. Più positiva la performance dei turisti stranieri, in crescita del 3,1 per cento. In calo anche gli occupati nel settore: meno 4,7 per cento.

«Qualche sofferenza c’è anche sul nostro territorio - spiega Gian Maria Vicenzi, presidente della Federalberghi del Vco - i gruppi perdono consistenza numerica e sul fronte della clientela individuale, ormai soprattutto veicolata da Internet, scontiamo il maltempo quasi costante di questa primavera impazzita». L’allarme occupazione lanciato a livello nazionale non è caduto nel vuoto nel Vco: «La stagione è ancora lunga, ma i primi dati sono sconfortanti - aggiunge Vicenzi - sul fronte occupazione faremo il punto con i sindacati nelle prossime settimane per capire quali sono le ricadute e come muoverci rispetto alle scelte nazionali».

È un panorama a due facce quello del territorio del Lago Maggiore e delle valli circostanti: il prezzo più alto finora l’hanno pagato soprattutto le destinazioni di montagna e i campeggi, vittime delle condizioni meteo. «Non c’è solo il meteo, anche la crisi si fa sentire - denuncia Luca Vittore, titolare dell’hotel Flora di Macugnaga - si toccano punte del 30 o 40 per cento in meno. Abbiamo anche lanciato promozioni e iniziative, ma il dato di fondo è che di soldi ce ne sono pochi».

Se montagna sconta il legame con il mercato turistico nazionale, per i campeggi è il maltempo a farsi sentire: «Siamo partiti veramente male, ma spero che alla fine la situazione, grazie all’alta stagione, si possa rasserenare» dice Tranquillo Manoni, titolare del Continental e dell’Isolino e presidente della Faita Piemonte.

«Fino a ieri al Continental facevamo registrare un 20 per cento di presenze in meno, all’Isolino forse il calo è ancora più forte - precisa -. Non bastava il tempo brutto, ci si è messo anche il lago alto a peggiorare la situazione, all’Isolino alcune piazzole sono al centro di una palude, ci vorrebbe una regolamentazione dei livelli del lago che tenga conto anche delle esigenze del turismo».

Gli alberghi del lago presentano risultati a due facce: «La clientela individuale ha sicuramente sofferto in questo inizio di stagione - dice Antonio Zacchera, amministratore del gruppo alberghiero tra Baveno e Stresa - compensato però dai gruppi e dai partecipanti ai convegni. Complessivamente aprile è stato sicuramente negativo, mentre maggio, complici anche le festività, è andato sostanzialmente bene, così come sembra essere per giugno. Luglio e agosto dipenderà, come sempre, dal last minute».

Il turismo tiene grazie agli stranieri: «Parlando con colleghi di altre parti d’Italia, per la dominanza di turisti stranieri il Lago Maggiore è un’oasi felice, mentre in Liguria o in Emilia Romagna, dove la componente italiana è la principale, soffrono molto».

«Non possiamo però non ricordarci che dobbiamo ancora crescere, realizzare infrastrutture, migliorare i servizi, fare qualcosa di innovativo, ad esempio un percorso ciclopedonale intorno al lago aggiunge Zacchera- siamo fortunati ad avere le Isole Borromee e Villa Taranto, ma ormai non bastano più».
(Di Luca Gemelli su La Stampa)

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