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24 gen 2013

Stresa: Il “Des Iles” celebra i 150 anni con un maquillage monumentale

Un nuovo ingresso monumentale, con statue di marmo bianco appoggiate a pilastri per reggere un doppio arco in ferro battuto, celebrerà i 150 anni, che ricorrono nel 2013, del Grand Hotel Des Iles Borromees , il cinque stelle lusso di Stresa che è il simbolo dello sviluppo del turismo del Lago Maggiore. Rimpiazzerà l’ingresso preesistente, delimitato da due pilastri e da un anonimo cancello basso in ferro, che veniva chiuso solo di

notte.

I lavori hanno accelerato di recente nel breve periodo di chiusura invernale del Grand Hotel: l’obiettivo è completare l’opera nelle prossime settimane in tempo per la stagione primaverile.

«Nel corso dei ventitré anni da quando la Sialm, proprietaria anche dell’Hotel Regina, ha acquisito il Des Iles Borromees – sottolinea Marco Padulazzi, direttore del cinque stelle – abbiamo ristrutturato completamente l’albergo. Mancava l’ingresso, che seppur non funzionalmente rilevante, ha molta importanza dal punto di vista dell’immagine nei confronti dei clienti. Entrare in un sogno significa anche passare per una porta adeguata. Abbiamo scelto una soluzione figurativa, con un’interpretazione classica che unisce il marmo e il ferro battuto».

Il nuovo ingresso è allineato in una unica visione ottica con il Ninfeo e la fontana, realizzati nel 2000 e ormai entrati tra le foto d’obbligo per i turisti a Stresa.

«Dal punto di vista aziendale per stare sul mercato si devono seguire le esigenze dei clienti – aggiunge Padulazzi – sicuramente il nuovo ingresso sarà molto più appariscente rispetto al passato, a qualcuno magari potrà non piacere, ed è un punto di vista rispettabile, ma invito comunque ad attendere che sia completato prima di giudicare».

Qualche voce critica però non manca: «Da quando sono in corso i lavori di costruzione del nuovo ingresso cerco di non passare su quel tratto di lungolago – commenta Annie Brossais, francese d’origine e stresiana di adozione – non voglio farmi male, devo elaborare la sofferenza. Credo sia uno schiaffo a questo albergo, che esiste da 150 anni, il nuovo ingresso non si inserisce ed è un’opera inutile. Sono scandalizzata. Stresa è, ma forse dovrei dire era, un posto perfetto».

Perplesso anche il consigliere di minoranza Piero Vallenzasca: «I gusti sono gusti, ma a me quel progetto non piace, quelle statue sono un po’ appariscenti, sembra un po’ Las Vegas, tanto più che il Borromees non ha bisogno di aggiungere alcunché alla sua bellezza».

Inaugurato nel 1863, il Grand Hotel Des Borromees fu il frutto della felice intuizione imprenditoriale dei Fratelli Omarini, che erano già titolari dell’Hotel Delfino all’Isola Bella e che scommisero, quando ancora non c’era la ferrovia del Sempione, su un turismo nuovo, che non facesse tappa sulle Isole ma che toccasse anche la costa.

Nell’albo d’oro del 5 stelle moltissime teste coronate, principi e scrittori: il più famoso, anche per avervi poi ambientato «Addio alle Armi» fu Ernest Hemingway a cui è intitolata la Suite più prestigiosa e più costosa dell’hotel. Per trascorrere una notte e immergersi come in un sogno nell’ambientazione di Hemingway il costo è di 3600 euro.
(Di Luca Gemelli su La Stampa)

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