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23 lug 2012

Stresa: Tornano al Comune terreni e quattro ville. L’amministrazione farà valere una vecchia norma per salvare le piste da sci presenti sul Mottarone

Quattro eleganti ville con giardino in frazione Alpino, oltre cinquecentomila metri quadri di terreni in vetta al Mottarone, i resti dell’albergo Mottarone bruciato nel 1943: sono queste alcune delle proprietà private, che potrebbero tornare a far parte del patrimonio comunale di Stresa in virtù della richiesta di riconoscimento dell’esistenza degli «usi civici», che il Consiglio comunale approverà domani.Si tratta di terreni ceduti a

privati negli ultimi decenni del 1800 dal comune di Chignolo Verbano, poi assorbito da Stresa nel 1927, senza chiedere la prevista autorizzazione regia per le cessioni di aree gravate da uso civico.

Gli «usi civici» sono un vincolo le cui origini risalgono come diritto feudale concesso alle popolazioni per garantire un’economia di sussistenza basata sulla raccolta della legna, sul pascolo e sui frutti del bosco.

Le vendite di terreni gravati da uso civico effettuate senza autorizzazione regia perdevano la loro efficacia.

«Si tratta di un patrimonio importante per gli stresiani - spiega il sindaco Canio Di Milia -: nel caso delle ville si avvierà la procedura di affrancamento, i proprietari dovranno quindi pagare una somma, stabilita dalla Regione, per diventare proprietari a pieno titolo del terreno. D’altronde il Comune non ha certo interesse a diventare proprietario di immobili che comunque non potrebbe a sua volta rivendere».

Diverso il caso dei terreni in vetta al Mottarone, oltre 500 mila metri quadrati, per grande parte di proprietà della società «Aghe srl». «Il comune è interessato a diventare proprietario di quelle aree sottolinea Di Milia - perché si tratta tra l’altro dei terreni delle piste da sci del Mottarone su cui nei mesi scorsi abbiamo già posto un vincolo. Se i terreni tornassero di proprietà degli stresiani, si potrebbe anche pensare a una destinazione a parco».

Tra le aree che potrebbero tornare al Comune, in vetta al Mottarone, anche quelle della pista da sci dell’Alpe Corti, in parte su terreni di proprietà della parrocchia di Stresa.

Non rientrano invece tra le terre gravate da uso civico i prati di proprietà della famiglia Borromeo sul Mottarone: la vendita irregolare fu sanata con l’affrancamento già negli Anni 20 del secolo scorso.

Il riconoscimento del vincolo degli usi civici era già valso negli Anni 90 l’acquisizione dell’Alpe Vidabbia, un alpeggio poco sopra l’Alpino.
(Di Luca Gemelli su La Stampa)

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