Il cielo che scolora dietro il profilo delle montagne, la superficie delle acque del Lago Maggiore che diventa d’argento, la musica di Abdullah Ibrahim che parla il linguaggio di un’intensa spiritualità. Potrebbe essere questa l’immagine di copertina dei Midsummer Jazz Concert, la minirassegna jazz dello Stresa Festival che si è chiusa domenica. Un tris di date a cui hanno assistito circa 1.400 persone e che ha portato Stresa nel circuito del jazz internazionale. «La risposta del pubblico alla nuova proposta dell’edizione 2012 è

Il tutto esaurito nelle prime due date e i sessanta abbonamenti venduti lo dimostrano. Sia dagli spettatori che dalla stampa specializzata abbiamo ricevuto i complimenti per il livello degli artisti che si sono esibiti e che si sono concessi con generosità al pubblico».

A partire da Jan Garbarek e da Trilok Gurtu che, nella prima serata in parte guastata dal temporale, non si sono risparmiati e hanno risposto con calore all’entusiasmo dei presenti.

Applausi convinti e richiesta, a gran voce, di bis, per il Brad Mehldau Trio, che non ha deluso le aspettative dei fan con una performance impeccabile.

Standing ovation anche per Abdullah Ibrahim, che ha suonato ininterrottamente per quasi due ore per la gioia di un pubblico di intenditori, proponendo composizioni che, forse, hanno spiazzato chi si aspettava più ritmo e più brio dal settaseienne pianista sudafricano. «Abdullah Ibrahim è rimasto estasiato dalla location, che lo ha lasciato senza parole - rivela Belloni - e che sicuramente ha ispirato la scelta dei brani eseguiti nel concerto, da cui trapelavano le sue emozioni».

Il palco circondato dal verde del lungolago La Palazzola, con l’Isola Bella di lato, è piaciuto molto anche al pubblico: «In tanti hanno scoperto o riscoperto questo angolo di Stresa. E’ un’esperienza da ripetere» conclude il segretario generale.

(Di Chiara Fabrizi su La Stampa)