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21 feb 2012

Stresa: Il chiosco dell’Isola Bella vince la battaglia legale con il Comune

Non scomparirà il chiosco bar nei pressi della stazione di imbarco dei battelli di linea all’Isola Bella. Il Tribunale Amministrativo del Piemonte ha accolto il ricorso del titolare Andrea Brunoni contro il provvedimento con il quale il Comune di Stresa nel dicembre 2010 aveva comunicato al titolare l’intenzione di non rinnovare la concessione del chiosco e mettere invece in appalto l’area pubblica comunale. La scelta del Comune era intervenuta sulla scorta della cosiddetta direttiva europea Bolkenstein, che

prevede che l’assegnazione di licenze e concessioni avvenga sempre tramite una gara pubblica.

Il titolare del chiosco aveva fatto ricorso al Tar, ottenendo prima una sospensiva, confermata anche dal Consiglio di Stato, e quindi arrivando nei giorni scorsi al giudizio di merito: il tribunale amministrativo regionale ha accolto le tesi di Andrea Brunoni, che sosteneva che una circolare della Regione aveva di fatto sospeso le procedure di applicazione della direttiva Bolkenstein. Il Comune riteneva invece che il provvedimento regionale si applicasse solo alle aree mercatali, al di fuori delle quali si trovava però il chiosco e all’interno della quale insistono i banchetti di souvenir delle Isole Borromee.

«Sono sicuramente soddisfatto dell’esito del giudizio – commenta Andrea Brunoni – anche perché così potrò riconfermare per un altro anno i miei collaboratori, avrei preferito che il Tar non si limitasse ad aprire la strada a rinnovi di breve durata ma si fosse pronunciato sulla richiesta di una concessione di sei anni rinnovabile, che avrebbe dato stabilità all’azienda». «Mi rimane anche il rammarico di aver dovuto sborsare oltre 5000 euro di avvocati per vedere riconosciuto un mio diritto» aggiunge Brunoni. Il Tar, pur dando ragione a Brunoni, ha infatti compensato le spese di giudizio.

«La sentenza non ci preoccupa – è il commento del sindaco di Stresa Canio Di Milia – anche alla luce della nuova legge regionale che tiene debitamente conto della direttiva Bolkenstein e di cui il Tar non ha tenuto conto. Con le gare spesso si possono ottenere maggiori risorse per le casse comunali».
(Di Luca Gemelli su La Stampa)

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