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16 feb 2012

Polemiche sul Distretto Turistico dei laghi. Montani:"E' un carrozzone" Il presidente:" Promuoviamo il territorio in modo efficiente"

Il Distretto turistico dei laghi è una società consortile a capitale misto pubblico privato, con la maggioranza delle quote in possesso di enti pubblici quali la Regione, le Province e i Comuni. La società ha 69 soci pubblici e 125 soci privati, che versano un totale di quote consortili annue pari a 78 mila euro, di queste quasi 60 mila euro versate da soci pubblici e 19 mila da soci privati. Le quote vanno ad aggiungersi ai contributi della Regione. Sul territorio del Distretto dei laghi ci sono 281 alberghi e 372 strutture ricettive extra alberghiere per

un totale di 16.459 posti letto in hotel e 31.653 in campeggi e attività analoghe.

Il Distretto ha otto dipendenti tra i contratti a tempo indeterminato e quelli a termine. Il materiale promozionale predisposto dall’ente di promozione turistica si articola su trenta diverse pubblicazioni, dedicate alla fruizione delle risorse offerte dal territorio: dallo sport all’enogastronomia, dalle vacanze in camper alle proposte per chi viaggia con il cane a seguito. 

Il materiale è stampato annualmente in 500 mila copie e distribuito negli uffici Iat, alle fiere in Italia e all’estero cui il Distretto dei laghi partecipa in collaborazione con la Regione. Tra le attività di accoglienza anche il supporto, in collaborazione con la Piemonte Film Commission, per il reperimento di location per riprese cinematografiche. 

Il Lago Maggiore già in passato è stato scelto per girare numerose pellicole: tra le ultime si ricordano «Anche se è amore non si vede», il film di Ficarra e Picone, e la fiction televisiva «Il signore della truffa» con Gigi Proietti. Il set è stato allestito a Pallanza, com’era avvenuto per «La stanza del vescovo» con Ugo Tognazzi. L’Atl gestisce anche Neveazzurra, il sito web dedicato agli appassionati degli sport invernali con le informazioni in tempo reale sulle condizioni della neve e l’apertura degli impianti.


Intervista a Antonio Longo Dorni, presidente del Distretto turistico dei laghi 

Antonio Longo Dorni è il presidente del Distretto turistico dei laghi, la società consortile, che si occupa di accoglienza e della promozione turistica nel Vco e di parte della provincia di Novara, finita nel mirino del neo assessore assessore al Turismo di Verbania Enrico Montani che l’ha definito un «carrozzone».

Come risponde ?

«Non voglio polemizzare e anzi rinnovo gli auguri di buon lavoro a Montani. Sono d’accordo quando parla degli investimenti eccessivi dei Comuni sulle manifestazioni. Il Distretto non è però un “carrozzone”, anzi veniamo anche portati a esempio».

Ci spieghi meglio.

«Siamo contattati spesso da realtà analoghe di altre regioni e da università per conoscere la nostra formula, che agli occhi degli esterni funziona. Questo lo dicono anche i numeri».

Quali ?

«Negli ultimi tre anni le presenze turistiche nel bacino di competenza del Distretto dei Laghi sono cresciute del 15%, un risultato straordinario, arrivando a 3,2 milioni. Il merito è anche delle azioni promozionali e di pubbliche relazioni del Distretto, che costantemente porta il territorio ad apparire su centinaia di media nazionali e internazionali».

Ma non spendete troppo ?

«Direi di no. Nel 2011 il contributo ordinario della Regione è stato di 859 mila euro, ma ci è già stato detto informalmente che nel 2012 sarà tagliato del 50%. Le spese del personale nell’ultimo bilancio approvato erano solo il 22% del totale. Le risorse per la promozione, da quest’anno saranno in capo ai Comuni, che incasseranno la tassa di soggiorno, circa 2 milioni di euro, di cui 500 mila a Verbania. I risultati li vedremo a fine 2012».

Qual è il ruolo del Distretto oggi ?

«Il Distretto promuove un intero territorio e non una singola realtà, perché i potenziali visitatori non sono interessati solo a Stresa o a Baveno, ma vogliono conoscere anche quanto c’è intorno. Noi operiamo su due livelli: informazione capillare con la fornitura di pubblicazioni e supporto agli uffici Iat, che sono 21 sparsi nei 97 comuni del territorio di competenza. L’altra linea è quella di contatti e accoglienza a tour operator e media. E’ questa attività di pubbliche relazioni che ha visto crescere la visibilità e le presenze. La nostra mission non è far parlare di noi il territorio, ma attirare i turisti per la nostra offerta».

Come affronterà il Distretto il taglio alle risorse ?

«Diventeremo più efficienti, spostandoci ancora di più sul digitale. Già oggi i nostri siti sfiorano i 240 mila contatti mensili, che generano ogni giorno più di cento richieste di informazioni. Chiederemo ai soci di modificare lo statuto per poter chiudere le sedi di Orta e Domodossola».
(Di Luca Gemelli su LA Stampa)

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