Al Mottarone un calo del 95% delle presenze, a Domobianca e Pian di Sole del 50%, segni meno anche a Formazza e Druogno. Accanto a questi numeri ci sono però l’aumento del 250% a San Domenico, il 30% all’Alpe Devero e Macugnaga sui livelli dello scorso anno nonostante cinque giorni con gli impianti fermi per il vento. Sono le due facce delle vacanze natalizie nelle dieci stazioni del comprensorio di Neveazzurra, un periodo che incide per il 50% sugli incassi dell’intera stagione. In

Due stazioni (La Piana di Craveggia e Cheggio) non hanno nemmeno aperto. Un bilancio che nel complesso si traduce anche con 40 lavoratori stagionali in meno, con il picco del Mottarone che ha al momento occupate 6 persone (a fronte delle 26 dell’anno scorso) e solo San Domenico che ha aumentato il personale di qualche unità. Dati negativi hanno interessato tutte le stazioni del Piemonte e lunedì la Regione ha convocato un tavolo di crisi. 

«Non ricordo una stagione negativa come questa - dice Stefano Sappa, della Mottarone Ski, che dal 26 a domenica è riuscita ad aprire solo la pista baby - manca la neve e poi di notte le temperature non vanno nemmeno sotto zero, più di così non si può fare. Con i bambini abbiamo lavorato durante le feste, ma fino a qui siamo in calo del 95%». Una crisi che si è ripercossa anche sui maestri di sci. «In passato lavoravamo in trenta - spiega Paolo Vallero della Scuola di sci del Mottarone - quest’anno siamo in sette. Alcuni hanno preferito andare a fare la stagione dove la neve c’è, come a Cervinia o a Madonna di Campiglio». A soffrire è tutto l’indotto. «Poco passaggio, gli stranieri non ci sono e a Stresa gli alberghi sono chiusi» dice Fabrizio Bertoletti dell’hotel Eden.

(Di LUCA BILARDO su LA STAMPA)