29 gen 2011
Stresa: Lottomatica e Bplus con i 10 baristi contro le limitazioni ai videopoker
Contro l’ordinanza del sindaco Canio Di Milia, che ha imposto limitazioni di orario per l’utilizzo delle slot machine elettroniche negli esercizi pubblici, scendono in campo anche due colossi del settore giochi. Oltre ai dieci titolari di esercizi pubblici, che hanno presentato ricorso, di fronte al Tribunale amministrativo regionale il Comune di Stresa si troverà a fronteggiare anche i legali di Bplus e Lottomatica, le due aziende leader del settore con
rispettivamente 82 mila e 52 mila installazioni in esercizi pubblici e sale giochi dedicate.
rispettivamente 82 mila e 52 mila installazioni in esercizi pubblici e sale giochi dedicate.
Il ricorso al Tar con la richiesta di sospensiva dell’ordinanza, dovrebbe essere discusso nella prima settimana di febbraio. «L’ordinanza sindacale non costituisce uno strumento idoneo a contrastare gli effetti del disagio sociale collegato al fenomeno ludico né tantomeno di quello preteso derivare dal gioco lecito» sottolinea l’avvocato Ciro Benelli, esperto del settore dei giochi a cui si sono affidati alcuni dei dieci esercenti, che hanno opposto ricorso contro le limitazioni imposte dal comune.
Dallo scorso 10 novembre, le slot negli esercizi pubblici devono rigorosamente rimanere spente fino alle 15 e possono poi essere utilizzate solo fino alle 22. Limitazioni riguardano anche l’età: le slot che erogano premi in denaro sono off limits per i minorenni, una norma questa ribadita anche dalla legge finanziaria.
Limitazioni analoghe a quelle introdotte a Stresa erano state previste con un’ordinanza anche a Bastia Umbra, dove però il Tar aveva sospeso l’efficacia del provvedimento. «L’ordinanza è lo strumento che abbiamo scelto per tutelare i cittadini e le fasce più deboli in questa prima fase, poi vareremo un regolamento apposito» sottolinea il sindaco stresiano Di Milia. Scelta analoga a quella di Empoli, dove dal luglio scorso, regolamento alla mano, non si può giocare prima delle 14.
(Di Luca Gemelli su La Stampa)
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