9 set 2010
Stresa: Ora si punta sul casinò on line. Bottini «E’ un’opportunità importante, vogliamo valutarla bene»
Ci saranno tavoli verdi, slot machine e roulette, ma al contrario dei casinò tradizionali, non ci sarà il tradizionale «Rien ne va plus, les jeux sont faits» pronunciato dal croupier ai giocatori. E’ questo lo scenario della casa da gioco virtuale , che potrebbe aprire i battenti a Stresa in un futuro abbastanza vicino. Accantonata per il momento la richiesta di un casinò sul modello di quelli tradizionali, la cittadina borromea punta infatti ora ad ospitare una casa da gioco virtuale. Oggi e domani il vicesindaco Giuseppe Bottini sarà a Roma per
una riunione dell’Anit, l’associazione nazionale incremento turistico che raccoglie tutti i comuni aspiranti sede di casinò. Tra questi anche Taormina e Anzio, le due cittadine con cui Stresa si è alleata per portare avanti questo progetto pilota. «E’ un’opportunità importante che vogliamo valutare – sottolinea Bottini – anche per i suoi aspetti economici».
Un primo esperimento è già stato avviato a Bagni di Lucca, un altro dei comuni aspiranti sede di casinò, dove è stato aperto un Kursaal.
I casinò virtuali si differenziano da quelli tradizionali per la mancanza dei croupier: il gioco è interamente affidato alle macchine. Sono disponibili slot machine elettroniche, collegate in rete e con un jackpot comune, che può raggiungere i 500 mila euro, roulette a otto postazioni dove la giocata non avviene con le tradizionali fiches ma su uno schermo tattile e anche tavoli da gioco elettronici per il poker.
La possibilità di aprire sale da gioco «virtuali» è stata offerta dal decreto sul terremoto d’Abruzzo dell’estate 2009, che ha previsto con obiettivo di reperire risorse da destinare alla ricostruzione, la possibilità di aprire spazi dedicati al gioco.
Per Stresa la location più immediata potrebbe essere il Palacongressi, anche se, essendo la struttura affidata in concessione per dodici anni, dovrebbe essere prima trovato un accordo con il gestore.
«Lo scopo dell’apertura – sottolinea Bottini – sarebbe quello di reperire nuove risorse per le casse comunali, che in questo caso dovrebbero essere destinate al finanziamento di eventi e manifestazioni a carattere turistico».
Le macchine da gioco virtuali sono già presenti oggi anche nei casinò tradizionali: le statistiche indicano in oltre il 50% la percentuale degli introiti delle quattro sale da gioco tradizionali di Venezia, San Remo, Saint Vincent e Campione d’Italia proveniente proprio dalle slot machines.
Ospitato dal 1901 al 1924 alternativamente al Kursaal al Lido di Carciano e in un palazzo prospiciente il porto, oggi sede del Distretto dei Laghi, il casinò di Stresa fu chiuso nel 1924 con decreto della sottoprefettura di Pallanza. Tornò a riaprire i battenti nella cittadina borromea vent’anni dopo, dal dicembre 1945 al giugno 1946 all’Hotel Regina Palace durante la presenza delle truppe alleate. In questi anni sono state presentate anche numerose proposte parlamentari.
(Di Luca Gemelli su La Stampa)
una riunione dell’Anit, l’associazione nazionale incremento turistico che raccoglie tutti i comuni aspiranti sede di casinò. Tra questi anche Taormina e Anzio, le due cittadine con cui Stresa si è alleata per portare avanti questo progetto pilota. «E’ un’opportunità importante che vogliamo valutare – sottolinea Bottini – anche per i suoi aspetti economici».
Un primo esperimento è già stato avviato a Bagni di Lucca, un altro dei comuni aspiranti sede di casinò, dove è stato aperto un Kursaal.
I casinò virtuali si differenziano da quelli tradizionali per la mancanza dei croupier: il gioco è interamente affidato alle macchine. Sono disponibili slot machine elettroniche, collegate in rete e con un jackpot comune, che può raggiungere i 500 mila euro, roulette a otto postazioni dove la giocata non avviene con le tradizionali fiches ma su uno schermo tattile e anche tavoli da gioco elettronici per il poker.
La possibilità di aprire sale da gioco «virtuali» è stata offerta dal decreto sul terremoto d’Abruzzo dell’estate 2009, che ha previsto con obiettivo di reperire risorse da destinare alla ricostruzione, la possibilità di aprire spazi dedicati al gioco.
Per Stresa la location più immediata potrebbe essere il Palacongressi, anche se, essendo la struttura affidata in concessione per dodici anni, dovrebbe essere prima trovato un accordo con il gestore.
«Lo scopo dell’apertura – sottolinea Bottini – sarebbe quello di reperire nuove risorse per le casse comunali, che in questo caso dovrebbero essere destinate al finanziamento di eventi e manifestazioni a carattere turistico».
Le macchine da gioco virtuali sono già presenti oggi anche nei casinò tradizionali: le statistiche indicano in oltre il 50% la percentuale degli introiti delle quattro sale da gioco tradizionali di Venezia, San Remo, Saint Vincent e Campione d’Italia proveniente proprio dalle slot machines.
Ospitato dal 1901 al 1924 alternativamente al Kursaal al Lido di Carciano e in un palazzo prospiciente il porto, oggi sede del Distretto dei Laghi, il casinò di Stresa fu chiuso nel 1924 con decreto della sottoprefettura di Pallanza. Tornò a riaprire i battenti nella cittadina borromea vent’anni dopo, dal dicembre 1945 al giugno 1946 all’Hotel Regina Palace durante la presenza delle truppe alleate. In questi anni sono state presentate anche numerose proposte parlamentari.
(Di Luca Gemelli su La Stampa)
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