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5 lug 2010

Gignese cerca il rilancio turistico con grand hotel e raddoppio del golf

Un grand hotel e il raddoppio della superficie del golf. Sono i due punti cardine del nuovo piano regolatore di Gignese, approvato questa settimana dal consiglio comunale con i voti contrari della minoranza. Ora sarà sottoposto al vaglio della Regione. L’obiettivo: il rilancio turistico. L’albergo, con suite di lusso di 40 metri quadri, dovrebbe essere realizzato a Villa Riva, vasta proprietà tra Vezzo e il centro paese ormai in decadimento: «Il proprietario – spiega il sindaco Giuseppe D’Onofrio – si era già fatto avanti un paio di anni fa, ha detto di
aver trovato un investitore interessato al recupero della villa e del parco, mentre è ancora da definire la società che gestirà poi l’hotel». E’ indispensabile però la variante contenuta del nuovo piano che prevederà l’uso alberghiero dell’area. «Per il golf “Alpino” invece – prosegue il sindaco – l’intenzione è di raddoppiarlo, portandolo da 9 a 18 buche».
Due progetti senza il parere preliminare favorevole dell’Arpa, come risulta dalla relazione curata dall’agenzia a proposito del piano regolatore: «Muovono delle obiezioni sull’inquinamento, perché l’hotel e il golf potrebbero portare più auto, ma io non credo che ci sarà un afflusso di auto molto più significativo. Valuterà la Regione, ma io difenderò con i denti questi due punti fermi». Un’altra obiezione, mossa dall’Arpa e ripresa con forza dalla minoranza, riguarda la mancanza della fognatura e l’insufficienza dell’acquedotto: «Non possiamo togliere l’acqua ai cittadini per darla all’albergo – fa notare dall’opposizione Loredana Verbena -. E poi credo che non si possa non tenere conto di un parere così negativo espresso dall’Arpa. L’ambiente è un bene prezioso e irripetibile, una volta fatto uno sbaglio non si torna indietro». «La fognatura si farà – replica D’Onofrio –, il progetto è già pronto. E per quanto riguarda l’acqua sta andando avanti la potabilizzazione dei torrenti, non ci saranno più problemi». La minoranza ha anche contestato la decisione di presentare il piano regolatore «a stralci», cioè suddividendo il paese in due zone, una scelta motivata dal fatto che sette su nove consiglieri della maggioranza non avrebbero potuto votarlo perché proprietari di terreni in aree interessate dalla variante.

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