25 mag 2010
Stresa. Il Grand Hotel Borromées nella guida dei Locali Storici d’Italia
C’è anche il Grand Hotel des Iles Borromées tra i 22 nomi piemontesi contenuti nella prestigiosa guida ai "Locali Storici d’Italia", edizione 2010. Caffè, ristoranti, confetterie e alberghi eleganti, raffinati, rinomati per la bontà dei loro prodotti o per l'atmosfera che vi si respira. E al Borromées, appunto, si respira la Storia. È lungo, e purtroppo incompleto, l’elenco degli ospiti illustri passati dal Grand Hotel con vista sulle isole Borromee in 149 anni di storia. L’archivio, infatti, ha patito due guerre mondiali e un’esondazione che hanno cancellanto memorie preziose. Tra i più
assidui frequentatori nei primi decenni d’attività, re Leopoldo del Belgio, re Carlo di Lussemburgo, Oscar II di Svezia, il maraja Burdevan del Bengala. I primi milionari, come Vanderbilt, Rockfeller, Morgan. Una coppia celebre, come quella composta da Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse. Un premio Nobel, come George Bernard Show. E ancora: il barone Rothschild e Benito Mussolini (nel 1935 si svolse infatti la Conferenza di Stresa). Renato Guttuso, ospite dell’albergo nel 1985, disegnò un mazzo di fiori spuntato, notato in giardino e lasciò lo schizzo come ricordo personale. Le pagine del registro dei visitatori, inoltre, contengono anche un Pegaso disegnato da un altro Nobel per la letteratura, John Steinbeck, nel giugno 1952. Tra le altre firme celebri c’è anche quella di Clark Gable. La presenza più nota rimane quella di Ernest Hemingway, anche lui assurto ai fasti del Nobel per la letteratura. Accanto alla firma la dicitura “vecchio cliente”. Ancora oggi la suite che occupava lo scrittore durante i suoi soggiorni a Stresa porta il suo nome. A Stresa, dove approdò reduce dalla prima guerra mondiale, Hemingway ambientò uno dei suoi più celebri romanzi, “Addio alle armi” dal quale fu tratto, nel 1957, l’omonimo film con due star holliwoodiane di quell’epoca: Rock Hudson e Jennifer Jones. Un film i cui esterni furono girati proprio sul lago Maggiore. Conferma il persistente fascino del Grand hotel sugli scrittori la firma di Arcibald Cronin, noto in Italia soprattutto per la trasposizione televisiva di “La cittadella”, con un giovanissimo Alberto Lupo. In anni più recenti, ospite dell’albergo fu anche Margaret d’Inghilterra, defunta sorella della regina Elisabetta.
La guida, data alle stampe dall'Associazione locali storici, si rivolge non tanto ai buongustai, quanto agli appassionati del turismo culturale: «È un itinerario - dice il presidente del sodalizio, Giuseppe Nardini - per visitare o scoprire dei posti di elite che conservano e tramandano la tradizione con arredi, cimeli e ricordi di valore artistico e civile».
Torino fa la parte del leone con 13 locali, tra cui quelli che la guida definisce «i più piccoli locali storici del mondo»: il Mulassano e il Bicerin.
(M.Rampinini su La Prealina)
assidui frequentatori nei primi decenni d’attività, re Leopoldo del Belgio, re Carlo di Lussemburgo, Oscar II di Svezia, il maraja Burdevan del Bengala. I primi milionari, come Vanderbilt, Rockfeller, Morgan. Una coppia celebre, come quella composta da Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse. Un premio Nobel, come George Bernard Show. E ancora: il barone Rothschild e Benito Mussolini (nel 1935 si svolse infatti la Conferenza di Stresa). Renato Guttuso, ospite dell’albergo nel 1985, disegnò un mazzo di fiori spuntato, notato in giardino e lasciò lo schizzo come ricordo personale. Le pagine del registro dei visitatori, inoltre, contengono anche un Pegaso disegnato da un altro Nobel per la letteratura, John Steinbeck, nel giugno 1952. Tra le altre firme celebri c’è anche quella di Clark Gable. La presenza più nota rimane quella di Ernest Hemingway, anche lui assurto ai fasti del Nobel per la letteratura. Accanto alla firma la dicitura “vecchio cliente”. Ancora oggi la suite che occupava lo scrittore durante i suoi soggiorni a Stresa porta il suo nome. A Stresa, dove approdò reduce dalla prima guerra mondiale, Hemingway ambientò uno dei suoi più celebri romanzi, “Addio alle armi” dal quale fu tratto, nel 1957, l’omonimo film con due star holliwoodiane di quell’epoca: Rock Hudson e Jennifer Jones. Un film i cui esterni furono girati proprio sul lago Maggiore. Conferma il persistente fascino del Grand hotel sugli scrittori la firma di Arcibald Cronin, noto in Italia soprattutto per la trasposizione televisiva di “La cittadella”, con un giovanissimo Alberto Lupo. In anni più recenti, ospite dell’albergo fu anche Margaret d’Inghilterra, defunta sorella della regina Elisabetta.
La guida, data alle stampe dall'Associazione locali storici, si rivolge non tanto ai buongustai, quanto agli appassionati del turismo culturale: «È un itinerario - dice il presidente del sodalizio, Giuseppe Nardini - per visitare o scoprire dei posti di elite che conservano e tramandano la tradizione con arredi, cimeli e ricordi di valore artistico e civile».
Torino fa la parte del leone con 13 locali, tra cui quelli che la guida definisce «i più piccoli locali storici del mondo»: il Mulassano e il Bicerin.
(M.Rampinini su La Prealina)
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