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31 mag 2010

Premio Stresa di Narrativa: Selezionate le cinque opere finaliste

La giuria dei Critici del Premio Stresa di Narrativa, composta: da Maurizio CucchiOrlando Perera, Marco Santagata, Ariberto Segàla e presieduta da Gianfranco Lazzaro ha selezionato le cinque opere finaliste del Premio Stresa di Narrativa 2010. Le cinque opere prescelte tra le oltre cinquanta pervenute, saranno ora sottoposte alla giuria di trenta lettori che, congiuntamente alla Giuria dei Critici determinerà il vincitore, sono:
“L’anno dei dodici inverni” di
Tullio Avoledo edito da Einaudi
“Ritorno nella valle degli angeli” di Francesco Carofiglio edito da Marsilio
“Le rondini di Montecassino” di Helena Janeczek edito da Guanda
“La nota segreta” di Marta Morazzoni edito da Longanesi
“Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino edito da Feltrinelli

Il Premio Stresa di Narrativa sarà consegnato entro la fine del mese di novembre a Stresa.
La manifestazione è organizzata dall'Associazione Turistica Pro Loco di Stresa, con il patrocinio della Città di Stresa, della Provincia del Verbano Cusio Ossola e della Regione Piemonte.

Targhe della Giuria


La Giuria dei Critici ha altresì deciso di attribuire la “Targa Speciale della Giuria per scrittori emergenti” a:
“Pulce non c’é” di Gaia Rayneri, edito da Einaudi.

Assegnate, inoltre, le seguenti targhe speciali a:

“Gente di lago ai margini della storia” di Fulvio Fo, edito da Alacràn edizioni (Milano)
“Guardie, ladri e tracciatori” di Manuela Mazzi, edito da Photo Ma.Ma. Edition (Minusio - Svizzera)
“La panchina di Samarcanda” di Monica Piffaretti edito da Salvioni Arti Grafiche (Bellinzona - Svizzera)

“Le opere finaliste saranno presentate in una serie di incontri letterari estivi”

Gli autori delle cinque opere finaliste selezionate dalla Giuria saranno invitati a presentare le loro opere in una serie di incontri letterari, che saranno organizzati a Stresa durante il periodo estivo.

Storia del Premio Stresa


Il Premio Stresa di Narrativa ha oltre trent’anni di vita: la fondazione risale, infatti, al 1976. Dopo un’interruzione di alcuni anni, il Premio Stresa di Narrativa è ripreso nel 1995 sotto l’egida dell’Associazione Turistica Pro Loco di Stresa. La presenza di tutte le principali case editrici e la presenza di scrittori di grande fama (tra gli altri Maurizio Maggiani, Alberto Bevilacqua, Roberto Pazzi, Simonetta Agnello Hornby, Maurizio Cucchi, Marco Santagata, Paolo Rumiz) nell’albo d’oro, conferma la sempre maggiore rilevanza del Premio nel panorama letterario italiano.

L’Albo d’Oro del Premio Stresa di Narrativa:


1976 – Gianfranco Lazzaro - Il Cielo Colore delle Colline
1977 – Eugenio Travaini - Il vento in Testa
1978 – Marise Ferro - La Sconosciuta
1980 – Carlo della Corte - Grida dal Palazzo di Inverno
1981 – Virginia Galante Garrone - Se Mai Torni
1982 – Marcello Venturi - Sconfitti sul Campo
1983 – Davide Lajolo - Il Merlo di Campagna e il Merlo di Città
1984 - Giorgio De Simone - L'armonista
1995 – Duilio Pallottelli – Voglia di Famiglia
1996 – Enrico Fovanna – Il Pesce Elettrico
1997 – Dante Maffia - Il Romanzo di Tommaso Campanella
1998 – Guido Conti – Il Coccodrillo sull’altare
1999 – Maurizio Maggiani – La Regina Disadorna
2000 – Alberto Bevilacqua – La Polvere sull’Erba
2001 – Roberto Pazzi – Conclave
2002 – Diego Marani – L’ultimo dei Vostiachi
2003 – Simonetta Agnello Hornby – La Mennulara
2004 – Antonia Arslan – La Masseria delle Allodole
2005 – Maurizio Cucchi – Il male é nelle cose
2006 – Marco Santagata – L'amore in sé
2007 – Paolo Rumiz – La leggenda dei monti naviganti
2008 – Andrea Fazioli – L'uomo senza casa
2009 – Giuseppe Conte – L'adultera


Breve traccia delle opere finaliste:

“L’anno dei dodici inverni” di Tullio Avoledo edito da Einaudi

Gennaio 1982, un vecchio bussa alla porta di casa della famiglia Grandi incantandola con una storia che
lo legherà indissolubilmente a loro: sta facendo uno studio sui bambini nati il giorno di Natale nella
regione e vuole incontrarli una volta l'anno per seguirne la crescita. Chi è quell'uomo? E, soprattutto,
come fa a sapere tante cose sul futuro? In quello stesso 1982 un ragazzo brillante e confuso intraprende la
sua strada nel mondo, una strada che presto diverrà un vicolo cieco. Riuscirà a sottrarsi al suo destino?
Nel 1997, due donne - la vedova Grandi e sua figlia Chiara, ormai adolescente sono in vacanza in
Versilia, ma un incontro imprevisto cambierà per sempre le loro vite. In un prossimo futuro, in una
Londra resa irriconoscibile da una guerra, un anziano poeta chiede udienza alla Chiesa della Divina
Bomba. Dice di avere una proposta e una richiesta: vuole stringere un patto che può far rivivere, anche se
in modo diverso, l'antico mito di Orfeo ed Euridice. Comincia cosi un viaggio incredibile che chiarirà
ogni cosa, e dopo il quale niente sarà più lo stesso...


“Ritorno nella valle degli angeli” di Francesco Carofiglio edito da Marsilio

Vincenzo Lauria torna in Italia in occasione della morte del padre. Da molti anni vive a New York dove
fa il giornalista. Resterà ad Aquilana, piccolo paese dell'entroterra lucano che ha abbandonato da ragazzo,
solo il tempo necessario a sbrigare le pratiche della successione. I giorni trascorsi nella casa della sua
infanzia e quei luoghi così carichi di bellezza e di mistero riapre antiche ferite e svela inquietudini
lontane. La drammatica scomparsa del fratello maggiore, il rapporto difficile con un padre assente, il
ricordo struggente della madre. Mentre attende l'apertura del testamento, tutto intorno a Vincenzo sembra
avvolto nell'aura misteriosa di una realtà parallela in cui si intrecciano i suoni e gli odori di un'altra vita. E
così riaffiorano i ricordi di una terra arcana, matrigna, le pratiche magiche, le paure e i segreti
inconfessabili. Quasi un'eco minacciosa, che risuona nel paesaggio desolato della valle. Finché, la notte
prima della partenza, un evento sconcertante costringerà Vincenzo alla resa dei conti con il suo passato...

“Le rondini di Montecassino” di Helena Janeczek edito da Guanda

Montecassino, 1944. Per cinque mesi, gli alleati cercano di sfondare la Linea Gustav. Fra le unità che
compongono le loro armate non ci sono solo americani e inglesi, ma anche truppe di altri continenti che il
vortice della guerra mondiale ha risputato in Ciociaria: indiani, nepalesi e persino un battaglione di maori
della Nuova Zelanda. Ci sono i marocchini, colpevoli di stupri di massa e per questo gli unici soldati
coloniali ricordati. Ci sono i polacchi, un esercito formato da ex deportati dei gulag che combattono in
terra straniera per la libertà della Polonia dai totalitarismi. Fanno parte di quella strana compagine anche
un migliaio di ebrei che imbracciano le armi per il puro diritto a esistere. E ci sono i civili, con la loro
sofferenza, tra due fuochi. Chi erano quegli uomini esclusi dall'immaginario della Seconda guerra
mondiale? Helena Janeczek cerca di rispondere con storie semplici. Quella di John Wilkins, soldato
texano caduto nel cruento e inutile tentativo di attraversare un fiume. Quella di Rapata Sullivan, nipote di
un veterano del battaglione maori da poco deceduto che presenzia al posto del nonno alle celebrazioni
della battaglia. Quella di Edoardo Bielinski e Anand Gupta, due amici cresciuti a Roma che a Cassino ci
vanno quasi per spirito di avventura, mentre aspettano di capire cosa sarà di loro dopo il liceo. E quella di
Rachida, un'immigrata marocchina, a servizio da una coppia di vecchi italiani.


“La nota segreta” di Marta Morazzoni edito da Longanesi

Milano, 1736, monastero di Santa Radegonda. Una giovane contessa in clausura per imposizione della
famiglia ha una sola ragione di vita: la passione per la musica e la sua voce di contralto, scura e potente.
Oltre la grata, nel corso delle messe cantate, un diplomatico inglese in missione presso l'arciduca
d'Austria nota la sua voce e non la dimentica. Nasce così, da una suggestione del canto e da immagini
rubate, l'amore proibito fra la novizia Paola Pietra e sir John Breval, a cui farà seguito la fuga dal
convento sino a Venezia e da lì il viaggio della ragazza per nave in un mare pieno di insidie... Un
attualissimo personaggio femminile che rivendica la propria libertà di vivere e di amare.

“Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino edito da Feltrinelli

Tony Pagoda è un cantante "di night" con tanto passato alle spalle ("Se a Sinatra la voce l'ha mandata il
Signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata san Gennaro"). La sua è stata la scena di un'Italia
florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri e il mondo. È stato tutto molto facile. Il talento. I
soldi. Le donne. E insieme, una pratica dell'esistenza che ha coinciso con la formazione di una
formidabile (e particolare) cognizione del mondo. Quando la vita comincia a complicarsi (la moglie
chiede il divorzio), quando la scena si restringe (la sua band si esibisce in piazze minori), per Tony viene
il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Alla fine di una breve
tournée brasiliana, Tony Pagoda decide di restare là, prima a Rio, poi a Manaus, ossessionato dagli
scarafaggi ma coronato da una nuova libertà. Senza perdere lo sguardo di eterna sorpresa per il mondo e
la schiettezza di chi, questo mondo, lo conosce fin troppo bene, Tony si lascia invadere dai dubbi e dalle
insicurezze che fino a quel momento, nel suo ordinato e personalissimo "catalogo" di quelli che passano
per uomini, aveva attribuito agli smidollati. E scopre che tutte le risposte possono essere trovate in un
infuocato tramonto.

1 Commenti:

Guido ha detto...

Complimenti davvero a Fulvio Fo perchè se lo merita! Ho letto il suo libro e mi è piaciuto davvero molto. Consiglio a tutti di comprarlo xkè è scritto davvero bene ed è molto piacevole da leggere! Bravo Fulvio!

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