18 mar 2010
Export VCO - 34% : Peggior dato congiunturale tra le province piemontesi
Nel 2009, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 29,6 miliardi di euro, registrando una variazione del -21,8% rispetto al 2008. Valutando le singole performance trimestrali, si osserva, tuttavia, come alle contrazioni del 28,7% e del 29,0% registrate nei primi due trimestri dell’anno, abbia fatto seguito una flessione inferiore nel periodo lugliosettembre 2009 (-20,5%); ancora più contenuta la variazione negativa registrata nel trimestre conclusivo del 2009 (-7,2%).
La tendenza negativa manifestata dalle esportazioni piemontesi appare in linea con il dato medio nazionale
(-21,4%), che rappresenta la sintesi delle flessioni registrate in tutte le ripartizioni territoriali: l’Italia insulare (-39,5%), meridionale (-23,5%) e quella nord orientale (-22,6%) manifestano contrazioni superiori alla media nazionale, mentre si registrano flessioni inferiori al dato italiano per la ripartizione nord occidentale (-20,4%), e per il centro (-15,2%).
Il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,2%
delle esportazioni complessive nazionali; tra le altre regioni esportatrici, la Lombardia realizza la flessione più contenuta (-21,2%), mentre il Veneto e l’Emilia Romagna subiscono contrazioni superiori alla media nazionale (pari rispettivamente al -23,5% e -23,4%). “Abbiamo lasciato finalmente alle spalle il 2009, l’annus horribilis per l’interscambio commerciale della nostra regione: la flessione dell’export delle nostre merci ha incominciato a ridursi, permettendoci così di tirare un po’ il fiato e continuare a investire sui nostri sistemi
produttivi locali, individuando nuove opportunità commerciali per le aziende piemontesi e
concentrando la nostra azione a favore delle imprese su alcuni obiettivi mirati. – ha
commentato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. La vocazione
delle Camere di commercio è infatti quella di favorire, incoraggiare e realizzare politiche di
sostegno allo sviluppo economico, diffondendo la cultura dell’internazionalizzazione e offrendo
servizi utili per ampliare la competitività delle filiere produttive locali in un’ottica di attrazione
di nuovi investimenti e di tutela delle eccellenze piemontesi nel mondo”.
La tendenza negativa ha coinvolto tutti i principali comparti delle esportazioni regionali. Il
settore dei mezzi di trasporto, che detiene un quarto dell’export complessivo, ha registrato
una contrazione del 19,9%, frutto della contrazione sùbita sia dalle esportazioni di
componenti (-30,9%) che da quelle di autoveicoli (-26,1%).
Si registrano flessioni superiori alla media regionale anche per la meccanica (-28,3%), che
rappresenta poco meno di un quinto dell’export complessivo regionale, e per il settore dei
metalli e prodotti in metallo (-34,8%).
La performance del tessile (-21,1%) si colloca in linea con la media piemontese, mentre è il
comparto alimentare (-7,7%) a registrare la contrazione meno intensa, a conferma della
buona capacità della filiera di reagire alle criticità, già manifestata con riferimento agli altri
indicatori congiunturali.
L’EXPORT PER PAESI
Analizzando le vendite oltre confine dei prodotti piemontesi, emerge come il principale bacino
di riferimento risulti, ancora una volta, l’Unione europea. Poco meno dei due terzi
dell’export della nostra regione, infatti, è diretto verso Paesi appartenenti all’Ue 27,
contro un 35% destinato a Paesi extra-Ue.
Le esportazioni piemontesi nel 2009 hanno realizzato dalle performance negative in entrambe
le aree: le vendite verso i Paesi dell’Unione europea hanno sùbito una flessione del
23,5%, dovuta principalmente alla contrazione della domanda di Francia, Germania, Regno
Unito, Polonia e Spagna, Paesi investiti pesantemente dalla crisi internazionale, e che da soli
assorbono il 50% delle vendite all’estero del Piemonte.
L’export verso i Paesi extra-Ue ha sùbito, invece, una flessione leggermente inferiore,
pari a -18,6 punti percentuale, dovuta a una diminuzione della domanda da parte dei
principali partner non comunitari, in particolar modo da Stati Uniti, Turchia, Brasile e Russia.
Solo la Cina ha manifestato ancora una domanda espansiva, incrementando gli acquisti di
prodotti piemontesi del 6,5%; si tratta, tuttavia, di un dato da valutare con cautaela,
considerando che questo Paese assorbe solo il 2,1% dell’export piemontese.
Considerando, infine, l’aggregato dei Paesi a più elevato potenziale di sviluppo (Brasile,
Russia, India e Cina), si osserva come le esportazioni dirette a questi partner, che
rappresentano il 6,2% di quelle complessive regionali, abbiano registrato, nel corso nel 2009,
una variazione del -28,3%.
“Mai come adesso è importante cercare di ri-orientare i mercati delle nostre imprese verso
Paesi ad alta potenzialità di sviluppo, come ad esempio i Paesi Bric (Brasile, Russia, India e
Cina). Solo agganciandoci saldamente a questi mercati – che hanno, oltre alla dimensione,
tassi di crescita quasi a due cifre - sarà possibile recuperare in fretta la nostra capacità di
esportazione” ha aggiunto Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
L’EXPORT DELLE PROVINCE PIEMONTESI
Il dettaglio territoriale mostra, infine, come il Verbano Cusio Ossola (-34,0%) registri la
performance peggiore, mentre Cuneo manifesti la flessione più contenuta (-14,6%).
Si registrano riduzioni superiori alla media regionale per le province di Torino (-24,5%), Asti
(-23,7%) e Alessandria (-22,8%). Biella (-21,5%) manifesta una diminuzione in linea con
quella complessiva regionale, mentre le contrazioni risultano più contenute nelle province di
Novara (-19,6%) e Vercelli (-15,4%).
La tendenza negativa manifestata dalle esportazioni piemontesi appare in linea con il dato medio nazionale
(-21,4%), che rappresenta la sintesi delle flessioni registrate in tutte le ripartizioni territoriali: l’Italia insulare (-39,5%), meridionale (-23,5%) e quella nord orientale (-22,6%) manifestano contrazioni superiori alla media nazionale, mentre si registrano flessioni inferiori al dato italiano per la ripartizione nord occidentale (-20,4%), e per il centro (-15,2%).
Il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,2%
delle esportazioni complessive nazionali; tra le altre regioni esportatrici, la Lombardia realizza la flessione più contenuta (-21,2%), mentre il Veneto e l’Emilia Romagna subiscono contrazioni superiori alla media nazionale (pari rispettivamente al -23,5% e -23,4%). “Abbiamo lasciato finalmente alle spalle il 2009, l’annus horribilis per l’interscambio commerciale della nostra regione: la flessione dell’export delle nostre merci ha incominciato a ridursi, permettendoci così di tirare un po’ il fiato e continuare a investire sui nostri sistemi
produttivi locali, individuando nuove opportunità commerciali per le aziende piemontesi e
concentrando la nostra azione a favore delle imprese su alcuni obiettivi mirati. – ha
commentato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. La vocazione
delle Camere di commercio è infatti quella di favorire, incoraggiare e realizzare politiche di
sostegno allo sviluppo economico, diffondendo la cultura dell’internazionalizzazione e offrendo
servizi utili per ampliare la competitività delle filiere produttive locali in un’ottica di attrazione
di nuovi investimenti e di tutela delle eccellenze piemontesi nel mondo”.
La tendenza negativa ha coinvolto tutti i principali comparti delle esportazioni regionali. Il
settore dei mezzi di trasporto, che detiene un quarto dell’export complessivo, ha registrato
una contrazione del 19,9%, frutto della contrazione sùbita sia dalle esportazioni di
componenti (-30,9%) che da quelle di autoveicoli (-26,1%).
Si registrano flessioni superiori alla media regionale anche per la meccanica (-28,3%), che
rappresenta poco meno di un quinto dell’export complessivo regionale, e per il settore dei
metalli e prodotti in metallo (-34,8%).
La performance del tessile (-21,1%) si colloca in linea con la media piemontese, mentre è il
comparto alimentare (-7,7%) a registrare la contrazione meno intensa, a conferma della
buona capacità della filiera di reagire alle criticità, già manifestata con riferimento agli altri
indicatori congiunturali.
L’EXPORT PER PAESI
Analizzando le vendite oltre confine dei prodotti piemontesi, emerge come il principale bacino
di riferimento risulti, ancora una volta, l’Unione europea. Poco meno dei due terzi
dell’export della nostra regione, infatti, è diretto verso Paesi appartenenti all’Ue 27,
contro un 35% destinato a Paesi extra-Ue.
Le esportazioni piemontesi nel 2009 hanno realizzato dalle performance negative in entrambe
le aree: le vendite verso i Paesi dell’Unione europea hanno sùbito una flessione del
23,5%, dovuta principalmente alla contrazione della domanda di Francia, Germania, Regno
Unito, Polonia e Spagna, Paesi investiti pesantemente dalla crisi internazionale, e che da soli
assorbono il 50% delle vendite all’estero del Piemonte.
L’export verso i Paesi extra-Ue ha sùbito, invece, una flessione leggermente inferiore,
pari a -18,6 punti percentuale, dovuta a una diminuzione della domanda da parte dei
principali partner non comunitari, in particolar modo da Stati Uniti, Turchia, Brasile e Russia.
Solo la Cina ha manifestato ancora una domanda espansiva, incrementando gli acquisti di
prodotti piemontesi del 6,5%; si tratta, tuttavia, di un dato da valutare con cautaela,
considerando che questo Paese assorbe solo il 2,1% dell’export piemontese.
Considerando, infine, l’aggregato dei Paesi a più elevato potenziale di sviluppo (Brasile,
Russia, India e Cina), si osserva come le esportazioni dirette a questi partner, che
rappresentano il 6,2% di quelle complessive regionali, abbiano registrato, nel corso nel 2009,
una variazione del -28,3%.
“Mai come adesso è importante cercare di ri-orientare i mercati delle nostre imprese verso
Paesi ad alta potenzialità di sviluppo, come ad esempio i Paesi Bric (Brasile, Russia, India e
Cina). Solo agganciandoci saldamente a questi mercati – che hanno, oltre alla dimensione,
tassi di crescita quasi a due cifre - sarà possibile recuperare in fretta la nostra capacità di
esportazione” ha aggiunto Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
L’EXPORT DELLE PROVINCE PIEMONTESI
Il dettaglio territoriale mostra, infine, come il Verbano Cusio Ossola (-34,0%) registri la
performance peggiore, mentre Cuneo manifesti la flessione più contenuta (-14,6%).
Si registrano riduzioni superiori alla media regionale per le province di Torino (-24,5%), Asti
(-23,7%) e Alessandria (-22,8%). Biella (-21,5%) manifesta una diminuzione in linea con
quella complessiva regionale, mentre le contrazioni risultano più contenute nelle province di
Novara (-19,6%) e Vercelli (-15,4%).
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