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27 dic 2009

Università Vco: Salveremo i corsi, poi spazio ai master


Completare i corsi già avviati di elettronica, informatica e turismo; mantenere i corsi di scienze infermieristiche e della riabilitazione; puntare su master di alto livello legati al patrimonio economico e culturale del territorio. Sono questi gli obiettivi che la Provincia sosterrà nei prossimi mesi per tentare di salvare l’Università nel Vco. E’ la rotta che il presidente Massimo Nobili vuole seguire dopo le dimissioni di Bruno Rota da Ars.Uni.Vco, motivate anche dalla mancanza di certezze economiche per i corsi.
«Noi - chiarisce Nobili - ci faremo carico di sostenere con 300 mila euro questo progetto già tracciato dall’Amministrazione che ci ha preceduto. Un acconto di 120 mila euro è già stato erogato, successivamente verranno elargite le altre quote». Nobili evidenzia che non si tratta di passi indietro ma di una mossa conseguente alla realtà dei fatti: «Gli studi accademici sul nostro territorio potevano fare il salto di qualità con l’istituzione del quarto polo dell’Università del Piemonte Orientale. Non è stato fatto in passato e ora non ci sono più le condizioni, perché la riforma Gelmini tende a chiudere le sezioni periferiche». Pertanto, secondo il presidente della Provincia, Ars.Uni.Vco dovrà limitarsi a gestire l’esistente e puntare sui master «dialogando con l’Università del Piemonte Orientale». In questa prospettiva secondo Nobili va ridisegnata la funzione giuridica dell’associazione: «Ars.Uni.Vco - sottolinea il presidente - era nata per promuovere l’Università sul territorio. Questo obiettivo è fallito, quindi va rivisto il suo ruolo». Per Nobili le dimissioni di Rota non possono essere addebitate alla mancanza di soldi: «Le risorse - sottolinea - ci sono anche se sono legate ai bilanci». Su questo aspetto concordano anche l’ex presidente di Ars.Uni.Vco., Tiziano Pera, ed il suo vice, Carlo Grezio, ricordando che in fondo la difficile arte di trovare il giusto equilibrio tra quattrini disponibili e progetti «hanno rappresentato l’ordinaria amministrazione di cui ci siamo fatti carico per il bene del territorio». Pera e Grezio evidenziano che, pur dovendosi destreggiare su questo difficile terreno, sono riusciti, imparando molto anche dai consigli di chi li aveva preceduti, a centrare gli obiettivi che si erano proposti. Vale a dire: aprire, ampliare e consolidare corsi di laurea di qualità; formare giovani che poi mantenessero un forte rapporto col territorio; proporre l’associazione come interlocutrice di fiducia con le Università nella prospettiva di nuovi progetti nel Vco. «Tutti obiettivi raggiunti», evidenziano i due ex dirigenti di Ars.Uni.Vco. ricordando che a testimoniarlo ci sono i laboratori di ricerca aperti, il master sulla montagna ora avviato ed il progetto presentato dall’Università di Torino che prevedeva un investimento di 3 milioni di euro, in dieci anni, a condizione che gli enti locali ne mettessero altrettanti. Hanno detto di sì Stresa, Verbania e Domodossola, i comuni sede dei corsi, hanno detto di no le Fondazioni bancarie. «Il progetto da noi onorato fino in fondo - sottolineano Pera e Grezio - è stato fatto morire da chi non ha voluto assumersi la responsabilità di investire nella formazione universitaria». Partendo da questa analisi i due rimproverano a Rota di non aver chiesto consigli prima di mettersi al timone dell’associazione. Sul futuro dicono: «Ci sono alcune possibili vie da praticare. Tuttavia chi porta le responsabilità di questa situazione deve fare le prime mosse per riattivare forme di collaborazione. Non accettiamo che vi sia qualcuno che paracadutato qui nel Vco, così distratto al punto di far fallire un’impresa importante, dimentichi gli sforzi del passato e faccia battute fuori luogo».
(Filippo Ruperta su La Stampa)

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