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15 ott 2009

Casinò, ora Stresa punta sugli alberghi a cinque stelle


Tavoli verdi e roulette negli alberghi a 5 stelle. Stresa rilancia la partita del Casinò grazie alla bozza di disegno di legge che il ministro al turismo Michela Brambilla sottoporrà al Governo. Se approvata darebbe la possibilità per le strutture ricettive di lusso a cinque stelle, sono 230 in tutta Italia, ad aprire al proprio interno una casa da gioco e di fregiarsi del nome Casinò sulle insegne esterne. Secondo la prima stesura il gioco resterebbe riservato, però, ai soli ospiti della struttura alberghiera. La norma avrebbe lo scopo di contrastare la situazione attuale, che vede le strutture ricettive italiane penalizzate nei confronti dei concorrenti stranieri, che tra le attrattive possono annoverare anche i tavoli verdi.
Stresa così, quasi per incanto, potrebbe coronare il suo sogno nel cassetto ormai da 63 anni, dal giugno 1946 quando la Casa da Gioco, chiusa già una prima volta nel 1924 e poi riaperta dopo la guerra dalle truppe americane, serrò definitivamente i battenti.
«La presenza di un Casinò di alto livello rappresenterebbe sicuramente un punto a favore della nostra località – sottolinea Roberto Zanetta – titolare del Villa Palazzo Aminta, 5 stelle con straordinaria vista sulle Isole Borromee. E aggiunge: «Abbiamo investito molto portando a livelli di eccellenza il Villa Aminta, dotandolo tra l’altro di un centro benessere. Una casa da gioco ci permetterebbe di allungare ancora la stagione turistica. Le richieste ci sono, soprattutto dalla clientela russa. Noi in linea di principio saremmo disponibili ad ospitare un casinò».
Qualche centinaio di metri più in là, il maestoso Grand Hotel Des Iles Borromees, è con le sue cinque stelle un altro potenziale candidato ad ospitare i tavoli verdi: «Se potessimo aprire una casa da gioco darebbe senza dubbio un forte impulso al turismo, allungando la stagione - dice Gianluigi Mariani, condirettore della struttura ricettiva -. Abbiamo già avuto clienti che per soddisfare la loro passione di gioco hanno affrontato trasferte in Svizzera o addirittura fino a Saint Vincent. E’ ovvio che un Casinò a Stresa dovrebbe essere di alto livello e qualità, diversamente i benefici rischiano di essere cancellati dai lati negativi». «Qui al Borromees si potrebbe fare, senza problemi, ovviamente dipende tutto dalle condizioni» chiude Mariani. E’ un mercato in crescita quello del turismo legato al gioco d’azzardo: a testimoniarlo anche il via libera alla prima edizione di Buy Game Italy, un workshop per operatori turistici dedicato proprio a questo particolare segmento. L’incontro è a Venezia il 27 novembre.
Qualche distinguo sull’apertura di un casinò è necessario però secondo Antonio Longo Dorni, presidente del Distretto Turistico dei Laghi: «Tutto dipende dal taglio che si dà alla struttura, se è di livello elevato può aiutare i flussi turistici soprattutto da mercati quali quello russo, se invece è pensato per la massa allora credo che possa funzionare un posto qualsiasi con un grande parcheggio. E’ comunque una questione molto delicata, è assolutamente essenziale considerare i target e la sicurezza».
Non è troppo convinto dell’ipotesi casinò negli alberghi a 5 stelle Canio Di Milia, sindaco di Stresa: «Noi preferiremmo un casinò municipale, che rappresenti un’occasione di sviluppo del territorio, diversamente il rischio è quello di benefici limitati. L’apertura di Casinò andrebbe comunque accompagnata ad una politica restrittiva in materia di videpoker e altri giochi del genere».(
Di Luca Gemelli su La Stampa)

2 Commenti:

FIPE ha detto...

Il bilancio statale non può essere risanato con la proliferazione dei casinò. La nascita indiscriminata e senza criteri delle case da gioco non è molto educativa e porterebbe più danni che benefici. E considerata la crisi globale del settore porterà contributi modesti nelle casse dello Stato, né servirà a stimolare la domanda turistica.
Se il provvedimento all’esame domani al Consiglio dei Ministri dovesse essere approvato, in Italia potrebbero aprire oltre 230 case da gioco disposte a macchia di leopardo sul territorio, senza alcun nesso con il turismo. Il mondo dei casinò sta vivendo un momento di grande difficoltà a livello mondiale e per questo sembra ancora più assurda l’idea di poter fare cassa da un settore in piena crisi.
FIPE Federazione Italiana Pubblici Esercizi

OrtaBlog ha detto...

Mi sembrano tutti falsi problemi soprattutto dal momento che molti altri Paesi hanno una politica completamente diversa. Non capisco perchè ci siano tante restrizioni per le case da gioco quando in un qualsiasi bar si possono buttare migliaia di euro in una macchinetta...

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