17 giu 2009
Pellet radioattivo: Controlli in tutto il VCO
Una squadra dei vigili del fuoco di Vercelli del reparto N.R (nucleare radiologico) ieri in trasferta per indagare sul pellet radioattivo. Com’è noto l’allarme è scattato alcuni giorni fa a livello nazionale, dopo il ritrovamento in Valle d'Aosta di tracce di Cesio 137 (isotopo radioattivo del Cesio prodotto dalla fissione nucleare) in alcune partite di combustibile in pellet proveniente dalla Lituania ( marca Naturkraft ). Nello specifico, la squadra vercellese, nella giornata di ieri ha effettuato diversi sopralluoghi in diversi negozi del VCO e nella provincia di Novara, prelevando alcuni campioni di materiale. i campioni di pellet prelevati saranno sottoposti ad analisi negli stessi laboratori dei vigili del fuoco: se gli esiti dovessero risultare positivi, il materiale verrà sottoposto a sequestro. Il pellet è un materiale molto usato in Italia, è naturale (è un derivato della lavorazione del legno), ecologico ed economico trova ogni anno sempre maggiori fruitori. Da tempo, Coldiretti invita ad usare pellet italiano, tuttavia il rischio cesio, sia detto per chiarezza, al momento è limitato solo ad una particolare marca, la Naturkraft. Negli ultimi 5 anni, sempre secondo Coldiretti l’incremento dell’uso del pellet in Italia è stato del 400 per cento; le stufe alimentate con questi “cilindri” segatura trattata sarebbero oltre 700mila. Intanto la protezione civile nazionale invita tutti i possessori del combustibile della marca lituana a contattare i numeri telefonici 115 dei vigili del fuoco e 113 della Questura per il corretto smaltimento del combustibile stesso. Il materiale stoccato nei sacchetti, o comunque allo stato inerte comunque non risulterebbe dannoso per la salute. Elementi di pericolosità, invece, potrebbero derivare dai fumi del pellet bruciato o dalle sue ceneri. Come già anticipato, il cesio 137 è un isotopo radioattivo che deriva dalla fissione nucleare, dunque si produce o con l’esplosione di ordigni atomici o attraverso le centrali nucleari. Precisa l’Arpa del Piemonte: «Dalle informazioni ad ora disponibili, basate su dati provenienti da altri laboratori, non risulterebbero problemi nello stoccaggio dei pellet, in quanto la radioattività presente non costituirebbe una fonte significativa di esposizione. Maggiori problemi potrebbero essere rilevati nel caso la contaminazione venga riscontrata nelle ceneri di combustione e, eventualmente, nelle stufe utilizzate. Tali aspetti potranno essere meglio definiti a seguito di analisi specifiche sui campioni prelevati»”. L’Arpa dovrebbe fornire nelle prossime ore le prime indicazioni a partire dalla giornata di domani, «mentre una valutazione completa del problema richiederà alcune settimane». ( Da un articolo di g.m. sulla Prealpina )
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