20 apr 2010
Vulcano islandese: Voli bloccati, saltano i congressi
La nube di cenere vulcanica, che ha mandato nel caos gli aeroporti, getta ora un’ombra scura sul settore congressuale e quello turistico più in generale. A fare le spese dell’incertezza sui trasporti aerei rischiano di essere alberghi e tutto l’indotto. A lanciare l’allarme è Roberto Petruzzelli, direttore del Palazzo dei Congressi di Stresa: «Abbiamo in programma dal 23 al 25 aprile prossimo un congresso medico, dedicato alla Trombosi e all’Emostatica nel Cancro con quasi 800 tra partecipanti e relatori provenienti un po’ da tutto il mondo. Sono cominciate
ad arrivare le disdette, soprattutto dai relatori. “Se non abbiamo la certezza di poter ripartire non veniamo” è il tenore di alcune delle comunicazioni ricevute – sottolinea il manager -. Abbiamo affrontato la situazione con l’organizzatore e deciso per il momento di procedere con un congresso parzialmente virtuale. Metteremo a disposizione dei relatori, che non potranno raggiungere Stresa, la possibilità di intervenire in videoconferenza, adattando in qualche caso il programma alle differenze di fuso orario. I lavori saranno trasmessi anche in streaming su internet. Speriamo però che la situazione si risolva sul fronte dei voli, diversamente il rischio di cancellazioni è grande, con pesanti ricadute anche sull’indotto» conclude Petruzzelli.
E’ in allarme anche Antonio Zacchera del Grand Hotel Dino di Baveno: «abbiamo già avuto tra ieri e oggi un paio di annullamenti di convention seppure di grandi dimensioni. In un momento quando potevamo esprimere un moderato ottimismo sui segnali di ripresa del settore congressuale questo problema ci taglia un po’ le gambe. E’ certo un effetto pesante , certo non paragonabile all’11 settembre perché allora subentrò anche la paura di volare». Il bilancio tra persone bloccate in arrivo e quelle in partenza è comunque sfavorevole: «quelle forzate a rimanere per la chiusura degli aeroporti sono molto meno di quelle che non possono arrivare» conclude Zacchera.
Conseguenze anche per il settore turistico con gruppi che non arrivano: la chiusura degli aeroporti ha fermato a Londra anche un gruppo di esperti botanici guidati da Roy Lancaster. In programma avevano la visita delle Isole Borromee, di Villa Taranto e di Villa S. Remigio. Intanto la caccia ai posti sui treni continua, tanto che ormai non si trovano più posti per la prima parte della settimana verso la Francia e l’Inghilterra: la permanenza rischia così di prolungarsi molto per i «forzati della vacanza»: chi si è visto cancellare il volo ieri ha ottenuto dalla compagnia aerea la riprotezione sui decolli di lunedì 26 aprile, sei giorni in più sul Lago Maggiore.
In pullman dalla Puglia al Lago Maggiore , per poi proseguire verso la Francia e da qui, raggiunta Calais, finalmente oggi imbarcarsi sul traghetto verso l’Inghilterra: è l’avventura di un gruppo di anziani turisti inglesi, che sarebbero dovuti rientrare a Londra da Bari in aereo ma sono rimasti bloccati dalla chiusura dello spazio aereo. «Il viaggio è stato un po’ più avventuroso del previsto, ma almeno ormai siamo sulla via di casa» ha scherzato ieri mattina la capogruppo Alexandra.
(Luca Gemelli su La Stampa)
ad arrivare le disdette, soprattutto dai relatori. “Se non abbiamo la certezza di poter ripartire non veniamo” è il tenore di alcune delle comunicazioni ricevute – sottolinea il manager -. Abbiamo affrontato la situazione con l’organizzatore e deciso per il momento di procedere con un congresso parzialmente virtuale. Metteremo a disposizione dei relatori, che non potranno raggiungere Stresa, la possibilità di intervenire in videoconferenza, adattando in qualche caso il programma alle differenze di fuso orario. I lavori saranno trasmessi anche in streaming su internet. Speriamo però che la situazione si risolva sul fronte dei voli, diversamente il rischio di cancellazioni è grande, con pesanti ricadute anche sull’indotto» conclude Petruzzelli.
E’ in allarme anche Antonio Zacchera del Grand Hotel Dino di Baveno: «abbiamo già avuto tra ieri e oggi un paio di annullamenti di convention seppure di grandi dimensioni. In un momento quando potevamo esprimere un moderato ottimismo sui segnali di ripresa del settore congressuale questo problema ci taglia un po’ le gambe. E’ certo un effetto pesante , certo non paragonabile all’11 settembre perché allora subentrò anche la paura di volare». Il bilancio tra persone bloccate in arrivo e quelle in partenza è comunque sfavorevole: «quelle forzate a rimanere per la chiusura degli aeroporti sono molto meno di quelle che non possono arrivare» conclude Zacchera.
Conseguenze anche per il settore turistico con gruppi che non arrivano: la chiusura degli aeroporti ha fermato a Londra anche un gruppo di esperti botanici guidati da Roy Lancaster. In programma avevano la visita delle Isole Borromee, di Villa Taranto e di Villa S. Remigio. Intanto la caccia ai posti sui treni continua, tanto che ormai non si trovano più posti per la prima parte della settimana verso la Francia e l’Inghilterra: la permanenza rischia così di prolungarsi molto per i «forzati della vacanza»: chi si è visto cancellare il volo ieri ha ottenuto dalla compagnia aerea la riprotezione sui decolli di lunedì 26 aprile, sei giorni in più sul Lago Maggiore.
In pullman dalla Puglia al Lago Maggiore , per poi proseguire verso la Francia e da qui, raggiunta Calais, finalmente oggi imbarcarsi sul traghetto verso l’Inghilterra: è l’avventura di un gruppo di anziani turisti inglesi, che sarebbero dovuti rientrare a Londra da Bari in aereo ma sono rimasti bloccati dalla chiusura dello spazio aereo. «Il viaggio è stato un po’ più avventuroso del previsto, ma almeno ormai siamo sulla via di casa» ha scherzato ieri mattina la capogruppo Alexandra.
(Luca Gemelli su La Stampa)
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